WWF, Greenpeace, Legambiente e Kyoto Club in un comunicato congiunto "esprimono forte preoccupazione per le anticipazioni e dichiarazioni sulle misure per far fronte al caro bolletta, apparentemente volte più a sottrarre risorse alle fonti rinnovabili e all'innovazione che ad affrontare alla radice il problema".
Le organizzazioni ambientaliste sostengono che "i ragionamenti posti in essere rischiano di ritardare la decarbonizzazione, sviliscono il mercato delle rinnovabili e non puntano sul risparmio di energia". Questo, aggiungono, "senza fronteggiare davvero la questione dell'aumento dei prezzi della materia prima gas, che non può assolutamente essere superata con le irrisorie e diseconomiche riserve nazionali".
Per le ong "il modo in cui è affrontato il tema degli extra profitti evidenzia uno strabismo contro le rinnovabili. Chi estrae gas e petrolio in Italia sta già intascando enormi extraprofitti, visto che le royalties sono irrisorie". Per gli ambientalisti "le rinnovabili si dovrebbero sviluppare massicciamente non solo per attuare la decarbonizzazione, ma anche perché sarebbero la soluzione migliore proprio per contrastare il caro-bolletta. Invece sono ancora ferme al palo".
Secondo le ong "particolarmente grave è l'intervento di prelievo delle risorse ETS, perché le Direttive europee prevedono siano destinate all'innovazione e alle politiche di decarbonizzazione".
"Il grande assente in tutti i discorsi del governo è il risparmio e l'efficienza", scrivono ancora le ong. Infine, "non si può pensare di fronteggiare una crisi energetica con politiche di spesa pubblica generalizzata, ma occorrono risparmi e interventi selettivi per i più vulnerabili, sia nelle famiglie che nelle imprese".