E' quanto
emerge dall'analisi 'Verso l'autonomia energetica italiana:
acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime', realizzato
da The European House - Ambrosetti in collaborazione con A2a e
presentata nel corso del Forum in corso a Cernobbio.
L'Italia, secondo i dati della ricerca, è uno dei Paesi con
la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel
proprio territorio solo il 22,5% dell'energia consumata, a
fronte di una media europea del 39,5%.
In termini comparativi,
l'Italia è quintultima in Ue davanti solo a Malta (2,7%),
Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Allo stesso
tempo, tuttavia, l'Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini
di miglioramento dell'autonomia energetica, avendo aumentato il
proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019.
L'incremento dell'Italia è pari a oltre 2 volte quello della
Francia (3,7 punti percentuali) e oltre 4 volte quello della
Spagna (1,8 punti percentuali). Questa crescita è principalmente
riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili
presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili.
Secondo l'indice composito elaborato da The European House -
Ambrosetti, che considera la fruibilità di acqua, sole e vento
sul territorio, l'Italia è seconda in Ue per disponibilità di
fonti energetiche rinnovabili. (ANSA).