Quotidiano Energia - Il Coronavirus sta provocando impatti “drammatici” sui mercati delle materie prime mentre il petrolio sta vivendo un shock “senza precedenti”. L’ennesima conferma sulle pesantissime conseguenze della pandemia arriva con l'edizione di aprile del report della Banca Mondiale “Commodity markets outlook”.
Il rapporto, diffuso ieri, evidenzia che gli effetti economici del lockdown continueranno a pesare nei prossimi mesi, anche una volta che le limitazioni per frenare il Covid-19 saranno progressivamente cancellate. Insomma, secondo l’istituzione con sede a Washington, dobbiamo prepararci a fronteggiare “la recessione globale più profonda degli ultimi decenni”.
L’impatto complessivo del Coronavirus sulle commodity “dipenderà da quanto è grave, da quanto tempo durerà e da come i Paesi e le organizzazioni internazionali scelgono di rispondere”. Già oggi – spiega la Banca Mondiale - la pandemia “ha il potenziale per portare a cambiamenti permanenti su domanda e offerta di materie prime, in particolare per quei beni che hanno catene di approvvigionamento” che si estendono globalmente.
Il blocco agli spostamenti ha avuto conseguenze immediate sui consumi di greggio e prodotti petroliferi. Le quotazioni del barile sono crollate (lunedì il Wti è finito per la prima vota nella storia sotto quota zero) fragorosamente, con cali che "sono stati accentuati dall’incertezza sui livelli di produzione” dei principali esportatori. Gli accordi Opec-non Opec per una limitazione dell’output sono infatti arrivati solo all’inizio di questo mese e saranno operativi da maggio. Secondo le previsioni della World Bank, i prezzi del petrolio dovrebbero raggiungere una media di 35 $ al barile nel 2020, con “una netta revisione al ribasso rispetto alle stime di ottobre e con un calo del 43% rispetto alla media del 2019 di 61 $”. La Banca stima che i consumi globali diminuiranno di 9,3 mln b/g”, cioè gli stessi numeri forniti recentemente dell’Aie.
Il tracollo delle quotazioni ha spinto il cartello di Vienna e altri grandi produttori a un accordo nel tentativo “di alleggerire parte delle pressioni sui mercati petroliferi”, tuttavia secondo il report (che contiene anche un focus sulle misure adottate nella storia dell’Opec) “sarà sottoposto alle stesse forze – come l’avanzata di altri esportatori – che hanno portato al fallimento di altre intese”.
Il report (disponibile in allegato) prevede nel complesso che i prezzi dell'energia – inclusi quelli di gas e carbone – “saranno in media inferiori del 40% nel 2020 rispetto al 2019, anche se è atteso un considerevole rimbalzo l'anno prossimo”.