Un modello di sostenibilità basato su tracciabilità, tecnologia e agricoltura di precisione, come fa sapere Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria olearia ad Olio Officina Festival. "E' una delle grandi novità nel panorama agroalimentare - ha spiegato il presidente del Gruppo oli da semi di Assitol, Carlo Tampieri - il consumatore ne sa ancora poco, ma ci chiede produzioni sostenibili e italiane e l'altoleico va proprio in questa direzione".
Si tratta di una varietà con un alto
contenuto di acido oleico, grasso monoinsaturo presente anche
nell'olio di oliva, ma non nel girasole convenzionale,
consigliato per le sue qualità salutistiche e per la resistenza
alle alte temperature.
Non è un Ogm, spiegano dall'associazione, ma è una diversa
varietà dell'originale ottenuta attraverso incroci di diversi
ibridi; a vederli sono identici quello che cambia è la loro
composizione. Oggi il 90% del girasole coltivato in Italia è di
questa varietà per una produzione di semi di 270 mila
tonnellate, insufficiente a coprire la domanda interna ed
estera, essendo utilizzato nell'alimentare, nella zootecnia e
per il biodiesel. Un modello di sostenibilità, spiegano
dall'Associazione, visto che dagli scarti si ottiene energia
verde mentre l'acqua viene utilizzata per il raffreddamento
degli impianti, ma anche nella coltivazione. Horta, azienda spin
off dell'Università Cattolica di Piacenza, ha infatti sviluppato
un sistema 4.0 che affianca gli agricoltori nella gestione
razionale e sostenibile della coltura e nei trattamenti
fitosanitari. (ANSA).