Dieci opere-faro sulle quali concentrare i fondi del Recovery Plan, per avviare una vera transizione ecologica per l'Italia. Le ha presentate stamani l'associazione ambientalista Legambiente, nel corso di un evento web al quale hanno partecipato sei ministri del governo Draghi e rappresentanti del mondo ambientalista, dell'impresa e del lavoro.
La prima opera proposta è la riconversione green del distretto industriale di Taranto e Brindisi, in Puglia. Quindi una mobilità ad emissioni zero nei capoluoghi di provincia della Pianura Padana e del centro sud. Segue la bonifica dei territori e delle falde inquinate, a partire dalla Terra dei Fuochi in Campania, la Valle Del Sacco nel Lazio, le aree petrolifere di Basilicata e Sicilia e il caso dei PFAS in Veneto e Piemonte.
Al quarto posto c'è la realizzazione di parchi eolici offshore in Sardegna, nel Canale Sicilia e in Adriatico. Poi la delocalizzazione delle strutture dalle aree ad elevato rischio idrogeologico come nelle province di Crotone e Vibo Valentia in Calabria, di Messina in Sicilia e in Campania.
Legambiente propone la realizzazione di digestori anaerobici per il trattamento dei rifiuti organici, con produzione di biometano e compost di qualità, per le aree metropolitane del Centro Sud: Roma, Napoli, Reggio Calabria, Bari, Catania, Palermo, Messina e Cagliari. A partire da queste città, ogni provincia deve diventare autosufficiente negli impianti di riciclo.
Ancora, Legambiente propone la ricostruzione e digitalizzazione con la banda ultra larga delle aree del cratere del terremoto del Centro Italia. Poi, la realizzazione di infrastrutture ferroviarie adeguate per la Calabria e la Sicilia.
Infine, la connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell'Appennino e lo sviluppo del biologico e dell'agroecologia sulle montagne alpine e appenniniche e nelle aree rurali, attraverso la creazione di biodistretti.