di Stefano Secondino
L'idrogeno serve alla transizione ecologica: per decarbonizzare il trasporto pesante (tir, bus, treni navi), per il quale le batterie elettriche sono troppo pesanti, e per "ripulire" attività industrali a forti emissioni di gas serra (acciaierie, cementifici). Il problema è che la filiera in Italia è ancora tutta da fare: non ci sono fabbriche, non ci sono gasdotti adeguati, non ci sono distributori e neppure veicoli che usino questo carburante. Il Recovery Plan può dare una bella spinta al settore: ma fare bei progetti non serve a nulla, se poi non si semplificano le procedure che ora bloccano tutte le opere in Italia.
L'ANSA ha riunito oggi in un webinar tutti i principali attori italiani dell'idrogeno, a discutere sul ruolo di questo gas nella transizione ecologica.
"Per l'idrogeno mancano le infrastrutture, ma quello è ancora il problema minore - ha spiegato il ministro Roberto Cingolani -. Le tecnologie le abbiamo. La sfida più difficile è come accelerare i tempi per realizzarle. La sfida delle normative, delle procedure, è quella che conta di più ora". Per avere l'idrogeno verde (quello a zero emissioni, prodotto dall'elettrolisi dell'acqua), serve tanta energia rinnovabile.
"Il target europeo prevede che arriviamo al 72% nel 2030 - ha detto il ministro -. Vuol dire installare 60-70 gigawatt di rinnovabili in dieci anni, 6 o 7 all'anno, quando finora installiamo un decimo di quello che progettiamo, a causa delle procedure". Secondo Cingolani "la Ue ci ha chiesto non solo i progetti, ma anche la riforma dei processi. Con i ministri Brunetta e Giovannini lavoriamo sulla catena dei permessi, per accelerare le procedure".
Per il presidente dell'Arera (l'autorità pubblica che regola i mercati delle utilities), Stefano Besseghini, il ruolo dell'idrogeno sarà "nell'accumulo energetico per i grandi consumatori, non nel retail". Giulia Monteleone, responsabile della ricerca su questo gas all'Enea, spiega che "l'obiettivo ora è abbassare i costi di produzione dell'idrogeno verde: oggi costa 3-4 volte quello prodotto dal metano", che emette CO2 nel processo.
Intanto però Bmw, già pioniera tra le case automobilistiche nel settore, lancerà l'anno prossimo una X5 a idrogeno, e dal 2025 una gamma intera, come ha annunciato il presidente e ad di Bmw Italia, Massimiliano Di Silvestre. L'Italia ha forti capacità industriali su tutta la filiera. Italgas, ha spiegato Pier Lorenzo Dell'Orco, ad di Italgas Reti, vuole investire 15 milioni per realizzare a Cagliari un centro di produzione e ricerca sull'idrogeno: sarà il primo nella Ue a distribuirlo nelle reti domestiche, mescolato al metano. Snam sostiene che il 70% delle sue condotte è già adatto all'idrogeno, e punta sui treni: il vicepresidente per l'Idrogeno di Snam, Cosma Panzacchi ha ricordato che il gruppo ha previsto 150 milioni per una rete di rifornimento alle ferrovie non elettrificate (5.000 km in Italia). Il primo convoglio a idrogeno partirà nel 2024 in Val Camonica, gestito da Ferrovie Nord Milano, che ha comprato 14 treni da Alstom e che, ha sottolineato il presidente Andrea Gibelli, punterà inizialmente, pr un breve periodo sull'idrogeno blu, per poi passare al verde. Maire Tecnimont vuole produrre idrogeno dai rifiuti di plastica nelle vecchie raffinerie, e pensa a un impianto al servizio dell'Ilva di Taranto: "Abbiamo presentato 10 progetti da inserire nel Pnrr, da realizzare in vecchie raffinerie, dal Nord al Sud del paese", ha detto il presidente Fabrizio Di Amato. L'Autostrada del Brennero ha creato il primo (e finora unico) distributore in Italia, a Bolzano. Ma, spiega l'ad, Diego Cattoni, vuole installarne su tutta la rete, rendendola un "green corridor". E anche Edison sta lavorando sull'idrogeno per decarbonizzare trasporti e industria.L'intento, afferma Giovanni Brianza, Executive Vice President Strategy è accompagnare gli attori del settore in "un percorso di decarbonizzazione e anche verso la competitività". D'altronde lo sviluppo dell'idrogeno percorrerà varie strade, per l'industria, pesante, i trasporti ma anche le pmi come ha ricordato il direttore del Centro Energia sostenibili della Fondazione Bruno Kessler.
Il ministro Cingolani ribadisce che l'obiettivo è arrivare al 2030 ad avere tutto idrogeno verde, a zero emissioni. Ma se questo obiettivo non dovesse essere raggiunto, anche l'idrogeno blu, prodotto dal metano e con lo stoccaggio sottoterra del carbonio emesso, "è una soluzione intermedia accettabile". Per Cingolani però, serve anche un cambio di mentalità: "Tutti vogliono essere verdi, ma poi non vogliono la pala eolica davanti a casa, o vogliono continuare a usare i social che producono tante emissioni. L'emergenza climatica richiede sacrificio, ci dobbiamo mettere tutti qualcosa".