Una terra avvelenata riportata alla normalità, azzerando i rischi per la salute, piantando di più di 17 mila alberi; il tutto con un abbattimento dei costi di 10 volte minori rispetto alla prassi. E' tutta made in Italy questa rivoluzione delle bonifiche dei suoli messi in campo dall'iniziativa di risanamento ambientale, attraverso una tecnica di fitorisanamento, di un'area ex Sito di interesse nazionale (i cosìdetti Sin), dove c'è una delle aziende di eccellenza della filiera Cobat (Consorzio nazionale di raccolta e riciclo), la Eco-Bat di Marcianise (Caserta) in piena 'Terra dei fuochi'.
Si tratta di uno dei più grandi produttori e riciclatori di piombo a livello mondiale: "L'unica azienda globale - viene spiegato - che offre un circuito chiuso di riciclaggio di batterie al piombo". La bonifica eco-sostenibile sperimentata a Marcianise ha reso possibile, in soli quattro mesi, la messa in sicurezza di un terreno di 35.000 metri quadrati contaminato da metalli pesanti (tipo piombo antimonio, arsenico e cadmio); si è così dato vita a un grande polmone verde all'interno del sito produttivo, con la piantumazione di un bosco di 17.500 pioppi, piante definite 'minatrici', ideali per neutralizzare la presenza di metalli pesanti. Le stesse piante, in pieno spirito di economia circolare, diventeranno biomassa da impiegare nel ciclo dell'impianto. L'iniziativa è stata sviluppata dai ricercatori dell'università di Napoli Federico II all'interno del progetto comunitario Life Ecoremed, di cui è parte attiva la Regione Campania. In particolare, il fitorisanamento è una tecnologia totalmente naturale per effettuare una bonifica sostenibile; l'obiettivo è tenere insieme tre aspetti: disinquinare un suolo contaminato, ripristinarne fertilità, produrre materiali utili per la filiera agro-energetica e della chimica verde. Tra i vantaggi di questa tecnica, se applicata su ampia scala, ci sono i risparmi economici che possono essere anche di diversi milioni di euro per ettaro bonificato (da 1 a 6 milioni). (ANSA).