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Greenpeace, basta soldi pubblici ad allevamenti intensivi

Ong in azione oggi davanti al ministero delle Politiche agricole

Redazione ANSA ROMA

Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione, questa mattina a Roma, di fronte al ministero delle Politiche Agricole, dove hanno posizionato un gigantesco maiale che emette fumo dal naso per simboleggiare il contributo degli allevamenti intensivi alla formazione di gas serra, e rilascia un getto di acqua scura: i liquami, che inquinano suolo, acqua e aria. Mentre è in corso a Helsinki il Consiglio informale dei ministri Ue dell'Agricoltura sulla Pac (Politica Agricola Comune) - si legge in una nota -, Greenpeace chiede alla ministra Teresa Bellanova di "agire subito e avviare il cambio di rotta necessario per affrontare la crisi climatica in corso e tutelare la nostra agricoltura".

"Gli allevamenti intensivi sono vere e proprie fabbriche, principali responsabili delle emissioni di ammoniaca e seconda causa di inquinamento da polveri fini in Italia" dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna agricoltura di Greenpeace Italia. "Il nuovo governo ha dichiarato di avere tra le proprie priorità la lotta ai cambiamenti climatici. Questa è un'occasione per dimostrarlo. La crescente produzione di carne è responsabile, ad oggi, del 14% delle emissioni di gas serra in Europa; un contributo pari a quello del settore dei trasporti, finora non affrontato adeguatamente dalle politiche nazionali e internazionali".

L'agricoltura industriale e l'allevamento, afferma Greenpeace, sono responsabili di circa l'80% della deforestazione a livello mondiale osserva Greenpeace ricordando che "ogni anno, attraverso la Pac, miliardi di euro di fondi pubblici vengono spesi per finanziare il sistema degli allevamenti intensivi (allevamento e produzione di colture destinate alla mangimistica). "È ora di utilizzare il denaro pubblico per sostenere le aziende che producono in modo ecologico, smettendo di foraggiare un sistema inquinante" conclude Ferrario.

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