In Cina evitati oltre 12mila decessi da inquinamento grazie alla riduzione del traffico e delle attività industriali durante la quarantena: si tratta di un numero di vite salvate considerevolmente superiore al numero di vittime complessive del coronavirus in Cina (4.645 vittime secondo i dati ufficiali).
È il risultato di uno studio condotto presso la Yale School of Public Health da Kai Chen e pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health.
Gli esperti hanno calcolato che con la quarantena l'inquinamento atmosferico è di gran lunga diminuito in Cina: i livelli di ossidi di azoto (in particolare NO2) si sono ridotti del 37% e le polveri sottili (il particolato fine) del 30% in ben 367 città cinesi.
Con questi dati alla mano e sulla base di precedenti studi epidemiologici, gli esperti hanno stimato in 12.125 le morti da smog evitate in quarantena, decessi che sarebbero avvenuti soprattutto per malattie cardiovascolari e respiratorie fortemente collegate all'inquinamento urbano.
Secondo gli epidemiologi Usa analoghe situazioni si sono registrate in Europa e America, con analoghe riduzioni dei morti da smog, anche se al momento non hanno stimato le rispettive cifre.(ANSA).