Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Inquinamento del permafrost alpino, una ricerca Euregio

Al via studio di Unibz, Fem e Accademia austriaca delle scienze

Redazione ANSA TRENTO
(ANSA) - TRENTO, 29 MAR - Prenderà il via nelle prossime settimane lo studio sulla qualità delle acque provenienti dai "rock glaciers", ampie coltri detritiche contenenti ghiaccio in ambiente alpino, effettuato in collaborazione dai ricercatori della Libera università di Bolzano, della Fondazione Edmund Mach (Fem) di San Michele all'Adige e dell'Accademia austriaca delle scienze. Ad oggi sono poco noti i loro effetti sui sistemi idrologici ed ecologici. La ricerca - si apprende - avrà durata triennale e prevede l'elaborazione di modelli di previsione sul contributo del giacchio presente nei detriti rocciosi all'inquinamento delle acque alpine derivante dal cambiamento climatico.

I cosiddetti "rock glaciers" sulle Alpi rappresentano la forma più comune di permafrost. Questo ghiaccio nascosto, al pari di quello visibile dei ghiacciai, influisce sulla quantità e qualità delle acque di sorgenti, ruscelli e torrenti. Il progetto in partenza, denominato "Rock-Me", mette in comune le competenze dei ricercatori Francesco Comiti, Lorenzo Brusetti e Stefano Brighenti (Università di Bolzano), Monica Tolotti e Maria Cristina Bruno (Fem) e Andrea Fischer (Accademia austriaca delle scienze) per determinare la composizione chimica e la dinamica ecologica nelle acque derivanti dalla degradazione del permafrost alpino di alta quota, che in Alto Adige è abbondante sopra i 2.400 metri di altitudine.

Nelle sorgenti alimentate dai "rock glaciers" si trovano disciolte numerose sostanze chimiche, tra cui alcuni metalli pesanti che spesso vengono rinvenuti a concentrazioni elevate di cui non si conosce ancora l'origine. "Spesso vi si rinvengono, in quantità variabili, metalli pesanti come nickel, zinco, addirittura uranio a seconda del tipo di roccia, anche di sei volte superiori ai limiti dell'acqua potabile", spiega Comiti.

(ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA