L'Italia chiederà più "ambizione" nell'accordo di Parigi: non accontentarsi del limite dei 2 gradi di aumento della temperatura globale per salvare il Pianeta dal riscaldamento globale, ma puntare alla soglia di 1,5 gradi. Così il ministro Gian Luca Galletti in Aula alla Camera sull'accordo sul clima che si dovrebbe raggiungere al vertice Onu sui cambiamenti climatici a Parigi. Per Galletti la richiesta di "maggiore ambizione" verrà "recepita" come "un'indicazione forte del Parlamento". "Come Italia - osserva Galletti, che aveva già detto fatto presente di recente di essere al lavoro su un possibile rifermento a 1,5 gradi, soprattutto per 'salvare' per esempio le piccole isole del Pacifico - faremo presente l'importanza che all'interno del testo ci sia almeno un riferimento al fatto che, pur rimanendo l'obiettivo del limite all'aumento della temperatura di almeno due gradi, ci sia un riferimento al grado e mezzo'' che, ''secondo la scienza, è l'obiettivo minimo per dare più solidità alla sicurezza del Pianeta nei prossimi anni''. Il ministro chiede poi "un mandato chiaro e ampio", e che possa essere "il più unitario possibile" da parte del Parlamento, "per l'occasione storica che abbiamo davanti".
Italia coglierà target 2020 taglio emissioni
''L'Italia sarà in prima linea a Parigi''. Lo ha assicurato il ministro dell'Ambiente in Aula alla Camera, citando alcune parole di Papa Francesco per ricordare ''l'importanza morale ed etica'' della ''sfida'' imposta dai cambiamenti climatici e dalla difesa dell'ambiente: ''Non dite che lo fate per i vostri figli ma dite che lo fate per voi perché è responsabilità vostra'', osserva Galletti riportando il pensiero del Papa; ed è per questo che - conclude - ''andrò a Parigi a rappresentare con molto orgoglio la responsabilità di ognuno di noi''.
''Siamo nella direzione giusta anche per gli impegni di riduzione delle emissioni al 2020'', rispetto al post-Kyoto; ''abbiamo fatto i compiti a casa'': dalle proiezioni si evince ''chiaramente'' che ''le misure già adottate ci consentono, ad oggi, di cogliere il nostro obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 20%'', ha poi aggiunto Galletti, ricordando che ''l'Italia ha già raggiunto l'obiettivo previsto dal protocollo di Kyoto'', che era un impegno nazionale di riduzione del 6,5% delle emissioni nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990. Ora, prosegue, ''l'adozione dei nuovi obiettivi al 2030 da parte del Consiglio europeo dell'ottobre del 2014, apre una nuova fase di definizione delle politiche e misure''. In elaborazione c'è, tra le altre cose, la nuova proposta per la modifica del sistema di scambio di emissioni e una proposta su altri settori, tipo agricoltura, trasporti, rifiuti. In proposito, rileva il ministro, ''colgo l'occasione per informarvi che stiamo predisponendo un apposito capitolo di spesa che tenga conto di questi nuovi impegni e individua degli strumenti adeguati per raggiungerli''. Cosa che probabilmente dovrebbe esser contemplata dal 'Green act'.
Ok Camera a risoluzione maggioranza, sì accordo globale
Cercare di favorire l'approvazione di un accordo globale, vincolante (in forma di protocollo), un altro strumento giuridico o con forza legale e inclusivo per la riduzione delle emissioni; che abbia obiettivi precisi, con scadenze e verifiche. Questo il cuore della risoluzione di maggioranza approvata dall'Aula della Camera - dopo l'intervento del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - che impegna il governo in vista sull'accordo globale per la lotta ai cambiamenti climatici che dovrebbe essere raggiunto alla prossima Conferenza mondiale Onu in programma a Parigi. Nonostante l'invito fatto dal ministro in Aula a un'ampia unità, l'Aula della Camera si è divisa: la risoluzione in questione è stata approvata con 326 si', 103 astenuti, M5S e Sinistra italiana, e nessun contrario. Ma sul nono e decimo capoverso, votato separatamente, anche Fi si è astenuta: i sì sono stati 282, 154 gli astenuti, e nessun voto contrario. Sono 15 i punti della risoluzione di maggioranza approvata: si va dal principio delle responsabilità comuni ma differenziate dei diversi Paesi negli impegni di riduzione delle emissioni all'indicazione di un obiettivo di lungo termine per la decarbonizzazione, dalla necessità di promuovere un accordo che abbia una revisione ciclica alla definizione di una governance del processo che guardi al raggiungimento del target della soglia dei due gradi entro i quali mantenere l'aumento medio della temperatura globale. Tra gli altri punti anche l'approvazione del percorso post-kyoto, l'avvio della revisione della Strategia energetica nazionale, la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, la promozione di politiche industriali ad hoc, l'efficienza energetica, le rinnovabili.