(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Con l'Ispra e la rete delle Agenzie per la protezione dell'ambiente "siamo pronti a fare la nostra parte" in funzione del nuovo ministero della Transizione ecologica. Così all'ANSA il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Alessandro Bratti sottolineando che "questa riforma che verrà attuata, secondo le indicazioni che ha dato lo stesso Mario Draghi, andrà a interessare anche le competenze di Ispra e delle Arpa sia nei contenuti che nel potenziamento delle strutture per le verifiche e i controlli". Sul fronte energetico, in particolare, visto che si cercherà la fusione con la politica ambientale, Bratti ricorda l'impegno di Ispra nella realizzazione dell'inventario delle emissioni di Co2; del registro dei crediti delle emissioni di carbonio; della pubblicazione dello stato della Co2 nel nostro Paese e il coinvolgimento nelle delegazioni che partecipano alle Conferenze mondiali sul clima, tra cui quella di Parigi.
"Il fatto di fare un unico ministero della Transizione ecologica, che mette insieme sempre più il sistema produttivo con le politiche ambientali, significa andare verso un'economia green e quindi tutto dovrà essere traghettato verso questi indirizzi strategici, ma nel contempo occorre anche rinforzare la parte più di protezione che continua ad esserci attraverso la capacità di autorizzare, di verificare di controllare di monitorare in maniera assolutamente adeguata. Tutto ha un impatto ambientale. Ci vuole qualcuno che lo verifichi, che lo controlli e che lo autorizzi. Il ministero deve fare le politiche e poi ci vorranno degli organismi tecnici il più possibile autonomi per dare certezza ai cittadini che le cose che si stanno facendo sono in linea con la salvaguardia dell'ambiente, anche se sono molto innovativi. Quindi ci vogliono degli organismi autonomi che io individuo in istituti come Ispra e come le Agenzie ambientali. Oggi è un sistema a rete che va ulteriormente rinforzato proprio perché questo sistema deve garantire da un lato le imprese di procedere in maniera celere e efficace, dall'altro deve però garantire al cittadino che le cose che si stanno facendo sono sotto controllo e ambientalmemte sostenibili". Tra le priorità della Transizione la necessità di ricalibrare il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) alla luce dei nuovi obiettivi Ue del taglio del 55% di Co2 al 2030, dove la parte più urgente, afferma Bratti, "è l'ammodernamento degli impianti e i nuovi impianti". Nella Transizione ecologica anche tutta la partita dell'economia circolare per la quale "le norme attuali - conclude Bratti - ingessano i processi". (ANSA).