In Aula al Senato l'informativa del Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, sui recenti ulteriori rincari del costo dell'energia e sulle misure del Governo per contrastarne gli effetti.
"Se per stoccare 10 miliardi di metri cubi di gas mi servivano 15 miliardi di euro un anno fa di questi tempi quando il gas era a un po' meno di 30 centesimi al metro cubo, il costo mi avrebbe richiesto un anticipo di 3 miliardi. A parità di tutto non è giustificato che lo stoccaggio da 3 miliardi di anticipo arrivi a 15 miliardi, questa è stata la mia affermazione un po' dura, forse non mi sono espresso con termini giuridicamente corretti, ma non è possibile che mi costi cinque volte di più se la materia è la stessa". Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani riferendo in Senato sul caro benzina. "Non è accettabile" l'escalation del prezzo del gas che è attribuibile "alla quotazione di un mercato di questi hub che lavorano su scambio di contratti future che sta mettendo in ginocchio tutti i paesi europei". L'incremento del prezzo del gas, "è a monte di un'intera filiera" e che "effettivamente si traduce solo nel risultato di una grande speculazione da parte di certi hub che non producono, ma fanno solo transazioni", il ministro ha quindi citato, "a livello europeo, il Title transfer facility (TTF), e il punto di scambio virtuale (PSV) ad esso agganciato. Questa cosa è ricorrente. Io li ho fatti i nomi, si chiama mercato, poi discutiamone".
"L'Europa sta continuando a acquistare gas dalla Russia, che porta a pagamenti di circa un miliardo di euro al giorno. In un momento come questo ha un'implicazione oltre il settore energetico. E' una riflessione importante in questo momento", ha detto ancora il ministro.
"Sarebbe una grande notizia un price cap a livello europeo temporaneo sulle transazioni di gas naturale all'ingrosso e il disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell'energia prodotta da tecnologie rinnovabili elettriche rispetto a quelli del parco termoelettrico, mediante opportuna revisione delle regole di market design", ha affermato Cingolani, riferendo sul caro benzina a proposito di possibili misure per contenere l'incremento dei prezzi di energia elettrica e gas naturale.
Per contenere l'impatto sui consumatori finali, il Governo sta valutando l'ipotesi di praticare sui carburanti un'accisa mobile, ha detto Cingolani spiegando che per il costo dei carburanti da autotrazione dall'inizio dell'anno, "c'è un problema di un incremento dei costi del Brent" e un problema del costo del gas e dell'energia che serve nelle raffinerie a trasformare "che impatta sul costo finale". Il ministro ha aggiunto che c'è "una diminuzione della disponibilità del diesel" mentre non c'è alcun problema per la benzina. "Siccome c'è stato un maggior gettito Iva, dovuto al fatto che la base è aumentata, tale maggior gettito potrebbe essere utilizzato per ridurre l'accisa corrispondentemente e avere una diminuzione di prezzo alla pompa - ha precisato il ministro - Sappiamo benissimo che operare sui carburanti da trazione è molto complesso. In questi giorni avete visto che siamo intorno a 2,30 euro al litro, mentre a dicembre del 2021 eravamo intorno a 1,70 euro; questo è il combinato di una questione di mercato (il prezzo del barile), di un po' di carenza di diesel e del costo in crescendo (veramente un po' esagerato, a questo punto) del gas e dell'energia che serve ai processi industriali".