Sono oltre 7 milioni le persone che vivono in aree a rischio frane (più di un milione in zone a pericolosità elevata e molto elevata) e alluvioni (quasi 6 milioni con pericolosità idraulica media), pari al 12% del totale della popolazione. Sono a rischio l'88,3% dei comuni italiani, in tutto 7145: 1640 per frane, 1607 per pericolosità idraulica, e 3898 entrambe sia per frane che alluvioni. Questa la fotografia scattata dal nuovo rapporto 'Dissesto idrogeologico in Italia' dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Le regioni con i valori più alti di popolazione a rischio frana sono Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna; mentre per il rischio alluvione sono Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria. Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D'Aosta, Liguria, Emilia - Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata.
In Calabria, provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia si arriva a oltre il 90% dei comuni a rischio.
Sono invece 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni. La pericolosità da frana e quella idraulica (media) riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2.
Quasi 80.000 imprese (1,7%) si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (pari a oltre 200 mila addetti a rischio): Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte sono le regioni con il numero più alto di imprese a rischio. Esposte al pericolo di inondazione (nello scenario medio) ci sono 576.535 unità, per un totale di oltre 2 milioni di addetti; Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Liguria e Lombardia sono in testa per numero di imprese vulnerabili.
Dati e informazioni del report sono disponibili on-line anche sulla mappa della task force di Palazzo Chigi sul dissesto idrogeologico 'Italia Sicura' (mappa.italiasicura.gov.it). Per la piattaforma del governo dedicata al dissesto del suolo c'è anche una nuova veste grafica, con una mappa che unisce frane, alluvioni, emergenze, progetti, interventi per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. E anche una 'finestra' ad hoc dedicata ai cantieri per le opere di prevenzione.
A rischio frane 34 mila monumenti e beni artistici in Italia
Il 18,1% del patrimonio artistico italiano è a rischio frane: monumenti, beni architettonici e siti archeologici potenzialmente esposti sono 34.651; di questi oltre 10.000 si trovano in aree a pericolosità elevata e molto elevata. Per quanto riguarda il rischio alluvioni sono circa 29.000 i monumenti che in uno scenario di pericolosità media; mentre superano i 40.000 i beni culturali a rischio per eventi estremi. Le regioni con il numero più alto di beni a rischio (in uno scenario medio) sono Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana. Tra i comuni con il numero più alto di beni a rischio in uno scenario medio ci sono città d'arte come Venezia, Ferrara, Firenze, Ravenna e Pisa; cui si aggiunge Roma considerando uno ''scenario con scarsa probabilità di accadimento''.
#italiasicura, a breve decreto fondo progettazione
Stiamo lavorando a una formula per trovare un modo per avere una ''supervisione centrale'' fatta da ''noi e il ministero dell'Ambiente dei progetti delle Regioni a cui daremo le risorse; questo per garantire che si faccia tutto in modo lineare'', ha detto il responsabile della Struttura di missione di Palazzo Chigi 'Italia sicura' contro il dissesto idrogeologico Mauro Grassi. ''Spero che entro una settimana - ha aggiunto - usciamo fuori con il dpcm sul fondo progettazione'', previsto dal Collegato ambientale.
''Entro la prossima estate, quella del 2017, dovrebbe andare in porto l'80% del Piano contro il dissesto idrogeologico'' che sta andando avanti in modo ''leggermente più lento. Ma purtroppo, nel nostro Paese 'subito' spesso significa 'un anno''' ha annunciato Grassi parlando del cronoprogramma del Piano anti-dissesto sulle città metropolitane. ''Stiamo preparando il secondo stralcio del Piano - continua Grassi - che dovrebbe riguardare principalmente interventi per il Mezzogiorno e le città non metropolitane. Passo dopo passo potremo stare più tranquilli e soprattutto la popolazione potrà gestire più facilmente il rischio''. ''Del cronoprogramma del Piano sulle città metropolitane da 1,3 miliardi totali, con 132 interventi di cui 33 già finanziati che seguiamo come fossero dei 'bambini' - spiega Grassi -, altri 250 milioni arriveranno entro l'estate, e diventeranno poi un totale di 400-450 entro l'anno''. ''Ieri siamo stati anche all'Autorità nazionale anti-corruzione per parlare con i responsabili e dire che un loro controllo collaborativo non voleva dire ritardare il cronoprogramma'', conclude.