Italia sempre più verde, con 11 milioni di ettari di boschi aumentati di oltre 28 mila ettari l'anno negli ultimi due decenni. Lo segnala il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, in occasione della Giornata mondiale dei boschi, nel precisare però che la crescita non si deve ad alcuna pianificazione territoriale e tanto meno ad una sensibilità ambientale, quanto invece, al progressivo abbandono delle attività agro-pastorali, soprattutto nelle aree rurali e montane; soltanto 1.700 ettari l'anno, infatti, sono dovuti a rimboschimento ad opera dell'uomo. Un'espansione 'naturale' e quindi incontrollata, che può essere dannosa non solo per gli stessi boschi, con il rischio di incendi, attacchi di parassiti o bufere di vento, ma anche per l'assetto idrogeologico del territorio. Secondo il Crea, il patrimonio forestale costituisce un bene ambientale unico in Europa ma anche un potenziale economico sottoutilizzato, con 1,2 miliardi di metri cubi di legno, in aumento ogni anno di oltre 36 milioni di metri cubi, di cui viene tagliato il 35% contro una media europea di oltre il 60%. Complessivamente le attività connesse alla filiera del legno (produzione, trasformazione industriale, fino alla commercializzazione), coinvolgono 80 mila imprese e 500 mila persone. L'Italia, poi, segnala il Crea, è anche la prima importatrice in Europa di legname da opera e la prima al mondo di legna da ardere. Nonostante la dipendenza dall'estero di materie prime legnose (l'Italia ne importa più dell'80% di quello che utilizza), la filiera del legno-arredo garantisce un saldo commerciale positivo; con il 15% delle imprese è il secondo settore dell'industria manifatturiera per un volume d'affari di oltre 30 miliardi di euro.