Dalla metà di giugno al 12 luglio sono andati a fuoco 26mila ettari di boschi, quasi la stessa superficie (93,8%) che è bruciata in tutto il 2016. Lo sottolinea Legambiente nel "Dossier Incendi". La metà della superficie in fiamme, 13mila ettari, è in Sicilia, colpita da uno stillicidio di roghi in quasi tutte le province.
L'associazione denuncia i "troppi e ingiustificati ritardi a partire dalle Regioni". Ad oggi, evidenzia, Campania e Lazio non hanno ancora approvato il Piano AIB 2017 (Piano antincendio boschivo) e le relative modalità attuative per organizzare la prevenzione, il lavoro a terra, e gli accordi con i Vigili del fuoco e la Protezione civile. Calabria e Sicilia lo hanno fatto in parte e in ritardo, con la Sicilia che non ha ancora stipulato la convenzione con i Vigili del fuoco. L'unica ad essersi mossa per tempo su entrambi i fronti è la Puglia. Accanto a questo, pesano "il numero insufficiente delle squadre di operai forestali e l'assenza di strategie e di misure di adattamento al clima", e nel quadro si inserisce anche il processo di riorganizzazione delle funzioni dell'ex Corpo Forestale.
Per il direttore di Legambiente, Stefano Ciafani, "è fondamentale che vi sia una concreta assunzione delle proprie responsabilità, in primis da parte di Regioni e governo", e servono "più controlli punendo piromani ed ecocriminali" grazie alla legge sugli ecoreati