Sono germogliati presso l'Orto botanico dell'Università degli Studi di Perugia alcuni semi (160 di 30 specie diverse) di Hibaku jumoku (alberi bombardati dall'atomica) sopravvissuti alle devastazioni di Hiroshima e Nagasaki, ovvero a un calore che, a due chilometri dall'epicentro, è stato quantificato pari a 40 volte di quello del sole.
La struttura dell'Ateneo è stata contattata da Antonio Brunori, segretario generale della sezione italiana del Programme for the endorsement of forest certification, associazione internazionale che promuove la gestione sostenibile delle foreste e da Tiziana Volta del "Mondo senza guerra e senza violenza-Biodiversità nonviolenta" di Brescia, per la propagazione dei semi di alcuni Hibaku jumoku.
Sono così nati 27 esemplari dell'albero Aphananthe aspera e 13 del più famoso fossile vivente del mondo vegetale, il Ginkgo biloba. Tra le piante sopravvissute a Nagasaki - spiega l'Università - c'è quella madre da cui è stato ottenuto il primo discendente dagli Hibaku jumoku arrivato a Perugia.