Neanche la metà dei 7.493 corsi d'acqua italiani raggiunge uno "stato ecologico buono o elevato": appena il 43%. Ancora più grave la situazione dei laghi: solo il 20%. Va meglio la situazione se si analizza lo stato chimico: è buono per il 75% dei fiumi (anche se il 18% non è ancora classificato), e per il 48% dei laghi. Lo rivela l'Annuario dei dati ambientali 2019 dell'Ispra, il centro studi del Ministero dell'Ambiente, presentato mercoledì 3.
Sono i pesci d'acqua dolce i vertebrati più minacciati in Italia (48% delle specie), seguiti dagli anfibi (36%) e dai mammiferi (23%). Tra le piante più tutelate dalle norme UE, il 42% è a rischio. Le minacce più gravi vengono dal costante aumento delle specie esotiche introdotte in Italia - più di 3.300 nell'ultimo secolo - dal degrado, dall'inquinamento e dalla frammentazione del territorio. Con le sue 60 mila specie animali e 12 mila vegetali, l'Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità in Europa e con livelli elevatissimi di endemismo (specie esclusive del nostro territorio). Un patrimonio che vede alti livelli di minaccia per flora e fauna, sottolinea l'Ispra.
Forte argine al degrado sono la Rete Natura 2000 e il Sistema delle aree protette italiane, ribadisce l'Annuario: quelle terrestri sono 843 e coprono il 10,5% del territorio nazionale, 29 le aree marine protette, 2.613 i siti della Rete Natura 2000 (19,3% del territorio nazionale).