Ma ad oggi, mentre la maggior parte dei piani sul clima
concentra la propria attenzione sulle foreste, molta meno
importanza è data alle praterie, lasciando esposto a una enorme
varietà di minacce questo imponente ecosistema planetario che
sostiene natura e persone.
Questa è una delle principali conclusioni del nuovo atlante
delle praterie: un ambizioso, primo nel suo genere, inventario
compilato da una coalizione di importanti organizzazioni
internazionali legate all'ambiente, alla conservazione e
all'agricoltura, che ha catalogato l'attuale stato delle
praterie del mondo, comprese le steppe della Mongolia, la savana
africana, la pampa sud americana e le Grandi Pianure del nord
America.
Insieme a ILRI (International Livestock Research Institute),
hanno realizzato questo atlante l'International Union for
Conservation of Nature (IUCN), il WWF, lo UN Environment
Programme e l'International Land Coalition, con il contributo
della FAO (Food and Agriculture Organization of the United
Nations).
Oggi solo il 12% delle praterie è stato designato come Area
Protetta, mentre la restante parte è minacciata dalla
progressiva conversione ad uso agricolo. L'atlante mostra che
negli scorsi 3 secoli più del 60% dei territori selvaggi e dei
boschi è stato convertito: un'area più grande del Nord America e
un'area approssimativamente della dimensione dell'Australia
(7,54 milioni di km2) è ora utilizzata per le coltivazioni.
Questo cambiamento di destinazione d'uso del suolo contribuisce
alla crisi climatica e l'atlante mostra che le praterie
soffriranno ulteriormente il riscaldamento globale. (ANSA).