Ad agosto si prevede infatti la prima raccolta della coltura iniziata nel 2019 e che "porterà a diminuire la CO2 per quasi 170 tonnellate", sottolinea l'azienda dalla sua pagina social. "Continua il nostro lavoro di piantare 220mila mandorli per la produzione di frutta secca: questo è anche il nostro contributo al benessere del pianeta e di chi lo abita".
Dei 120
ettari previsti a coltivazione - si apprende - ne sono stati già
messi a dimora 110. I rimanenti 10 saranno messi a coltura in
questo mese di gennaio ma non è escluso che ci possa essere un
ulteriore supplemento di 40 ettari di mandoricoltura. Le
mandorle sono una coltura che negli anni è andata in disuso,
tanto che ora l'Italia importa circa 30 mila tonnellate di
mandorle sgusciate perché non riesce a coprirne il fabbisogno
nazionale. A cavallo tra le due guerre però, il Belpaese era il
maggior produttore mondiale di mandorle. Ecco, quindi la scelta
della Maccarese Spa di investire in questo frutto in guscio,
piantumando 80 ettari di mandorle: L'investimento è supportato
da un'attenta analisi di fattibilità. Tra le altre cose, questo
frutto in guscio è molto ricercato dai consumatori, sempre più
attenti a una sana alimentazione.
Nel 2019 l'azienda agricola, con oltre 3.200 ettari
controllata dai Benetton e che ha dunque diversificato puntando
su innovazione ed avanguardia la propria attività, accanto alla
produzione di latte, ha avviato la coltivazione su primi 40
ettari di mandorleto con sistema di allevamento superintensivo
(2.200 piante per ettaro). Dopo i primi test, la coltura più
performante, quindi in grado di rispondere meglio ai ritorni di
freddo, è stata rappresentata da Avijor, varietà che presenta
una fioritura tardiva. Altri 40 ettari sono stati attivati da
ottobre 2020, fino ad arrivare agli attiali 110. Tra gli altri
obiettivi, anche la realizzazione dell'essiccatoio e di un
impianto di trasformazione, in modo da offrire 2.300 quintali
l'anno di mandorla già sgusciate. (ANSA).