E' quanto
afferma la ricerca effettuata da Legambiente e dal Dipartimento
di scienze fisiche, della Terra e dell'ambiente dell'Università
di Siena, nell'ambito del progetto Common.
Oltre il 95% dei rifiuti ritrovati, sostiene la ricerca, è
costituito da plastica (per la metà monouso), mentre un rifiuto
su tre è un cotton-fioc.
Le attività nell'entroterra si
confermano la principale fonte inquinante col 35% dei rifiuti
totali, seguite dalle attività lungo la costa (20%). "Il
continuo ritrovamento nelle nostre spiagge di oggetti monouso -
ha affermato in una nota Giorgio Zampetti, direttore di
Legambiente - e soprattutto di plastica usa e getta è una
questione da affrontare urgentemente, soprattutto a livello
mediterraneo, una tra le zone più preziose e sofferenti del
pianeta".
Per quanto riguarda la presenza di rifiuti galleggianti nelle
acque della Maremma, sono state isolate 7.000 microplastiche per
un valore medio di 0,18 frammenti su metro quadrato. "Il valore
trovato si dimostra in linea con la media di microplastiche
rilevate nel Mediterraneo", ha dichiarato Maria Cristina Fossi,
professoressa di Ecologia ed Ecotossicologia all'Università di
Siena. (ANSA).