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Giornata oceani: Wwf, coste italiane fragili e sfruttate

Dossier, degrado da costruzioni e inquinamento

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 07 GIU - Le coste italiane sono prese d'assalto da terra e da mare: la metà dei paesaggi costieri, negli ultimi 50 anni, ha subito le maggiori trasformazioni con circa 3.300 chilometri degradati da case, alberghi, palazzi, porti e industrie e appena 1.860 chilometri (il 23%) di tratti lineari di costa più lunghi di 5 chilometri, isole comprese, che possono essere considerati con un buon grado di naturalità. Lo denuncia il Wwf nel nuovo "Dossier Coste, il profilo fragile dell'Italia" lanciato in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani dell'8 giugno e che inaugura l'avvio della Campagna GenerAzioneMare 2022 con eventi che vanno dalla pulizia delle spiagge alla tutela delle tartarughe marine.

"Espansione urbana e strutture turistiche, deforestazione e rasatura delle dune costiere hanno alterato quasi interamente il profilo del nostro litorale - denuncia la ong - A questi impatti si è aggiunta l'erosione delle spiagge, fenomeno naturale esacerbato delle attività umane. Nel periodo 2006-2019 un totale di 841 chilometri di costa italiana era eroso. Cambiamento climatico, inquinamento da plastica, specie aliene, ancoraggi indiscriminati e pesca eccessiva stanno deteriorando invece gli ecosistemi marini", aggiunge il Wwf.

Il rapporto punta l'indice, tra l'altro, contro il sovrasfruttamento della pesca, professionale e ricreativa, e spiega l'importanza degli ecosistemi costieri in salute nel contesto del cambiamento climatico. Il 33% degli habitat marini italiani di interesse comunitario presenta uno stato di conservazione inadeguato e solo il 26% è in uno stato di conservazione favorevole, dice il rapporto. Ad oggi esistono 29 aree marine protette e 2 parchi sommersi che, con altre tipologie di aree protette, tutelano circa 308mila ettari di mare e circa 700 chilometri di costa.

La Nuova Strategia dell'Ue sulla Biodiversità per il 2030, ricorda il Wwf, sostiene che i Paesi membri dovrebbero proteggere in modo efficace almeno il 30% della superficie terrestre e il 30% del mare entro il 2030.

L'associazione ambientalista chiede un impegno immediato per incrementare l'efficacia di gestione delle aree marine protette e siti Natura 2000 esistenti. (ANSA).

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