ROMA - Dalla cattiva gestione dei rifiuti alle emissioni nei trasporti, fino agli effetti tossici dei prodotti usati. Sono questi alcuni aspetti critici ambientali del settore dei servizi di pulizia, cui però la certificazione Ecolabel Ue pone rimedio con delle soluzioni ad hoc.
Per esempio proprio contro gli effetti inquinanti di alcuni prodotti di pulizia, le aziende Ecolabel Ue riducono l'inquinamento delle proprie attività utilizzando prodotti 'amici dell'ambiente': almeno il 50% del totale dei prodotti per le pulizie usati nell'arco di un anno deve avere una certificazione ambientale e il restante deve rispettare determinati criteri; tra questi l'uso di tensioattivi biodegradabili e restrizioni sulle sostanze pericolose, o l'assenza di micro-plastiche e di tossicità acuta. Tra i problemi anche l'uso inefficiente dei detergenti, e cioè la poca conoscenza delle procedure di pulizia e un utilizzo eccessivo dei prodotti; a questo Ecolabel Ue risponde stabilendo la necessità di corsi di formazione specifici dedicati al personale.
Anche la corretta gestione dei rifiuti, naturalmente, rientra nei criteri da seguire; in particolare viene stabilito che si debba passare dalle forniture monouso a prodotti riutilizzabili, e almeno il 50% degli accessori tessili per le pulizie deve essere in microfibra (anche per usare meno acqua). Il risparmio della risorsa idrica è legato anche ai buoni prodotti per la detergenza e alla formazione, che insieme al minor consumo di energia rientrano nell'efficienza dell'azienda. Inoltre Ecolabel Ue aiuta le aziende a misurare obiettivi e azioni attraverso la richiesta di un sistema di gestione ambientale, un programma specifico e un processo interno di valutazione. Infine vengono premiate le aziende che hanno almeno il 50% dei propri mezzi di trasporto conforme allo standard euro 6 e se almeno il 10% dei trasporti è effettuato con veicoli ad emissioni zero; un extra va a chi riesce a consumare meno carburante.
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Ispra