Roma e Milano non fanno abbastanza per ridurre l'inquinamento dell'aria, rispetto alle prime della classe in Europa. A bocciarle è il rapporto 'Sootfree Cities', che esamina le misure messe in pista da 23 città europee in 16 Paesi, per fronteggiare le emissioni del settore trasporti, in particolare le famigerate polveri sottili (Pm10) e il biossido di azoto (NO2). Lo studio è prodotto da Bund/Friends of Earth Germany, con il sostegno delle 140 organizzazioni dello European Environmental Bureau (EEB). In Italia il voto peggiore tocca alla Capitale, che si ritrova al 18/o posto in fondo alla lista insieme a Dublino, Glasgow, Madrid, subito prima di Lisbona e Lussemburgo, le pecore nere della classifica.
Milano è sempre sotto la sufficienza, al 14/o posto insieme a Barcellona e Praga. Reginette del podio si piazzano Zurigo, Copenaghen e Vienna. Berlino, vincitrice nel 2011, arriva al quinto posto dopo Stoccolma. Seguono Parigi e Londra al sesto posto. Cosa hanno fatto di più le prime della classe? Il numero delle auto in circolazione si è sostanzialmente ridotto e ci sono limitazioni di veicoli altamente inquinanti come diesel, camion, oltre che dei macchinari per l'edilizia.
Allo stesso tempo le città europee virtuose hanno pensato ad ampliare le opzioni di modalità 'verdi' di trasporto, come mezzi pubblici, spostamenti in bicicletta e a piedi. "La nostra classifica mostra che le città in Europa hanno lottato contro l'inquinamento dell'aria per via dei limiti Ue", spiega Arne Fellermann di Bund/Friends of the Earth Germany. "Sebbene il 90% degli europei in città respirino ancora un'aria poco salutare, Copenhagen, Stoccolma, Vienna o Berlino hanno rispettato - o dovrebbero farlo nei prossimi due anni - i valori limite Ue. Zurigo ha già fatto progressi andando oltre la normativa europea" aggiunge Fellermann.
L'Italia invece ha una procedura d'infrazione aperta proprio per il superamento dei limiti delle Pm10 in dieci regioni. Secondo il rapporto, Roma ha previsto misure, come la Zona a traffico limitato, spesso però "non attuate a sufficienza nella realtà", con scarsi controlli ai varchi, a volte parcheggio selvaggio nelle aree pedonali, più una flotta di mezzi pubblici in generale "in cattivo stato". Le piste ciclabili non sono cresciute abbastanza, anche se un punto a favore lo segnano proprio loro, con il progetto di aumentarle entro il 2019.
Milano soffre di una situazione grave per i livelli di emissioni inquinanti, ma negli ultimi dieci anni è riuscita ad aumentare l'uso dei mezzi pubblici e delle piste ciclabili e inoltre ha combinato la Ztl al ticket di accesso, che dal 2017 dovranno pagare anche auto ibride, gpl e a metano. Secondo gli ambientalisti adesso anche l'Ue può fare di più, con una stretta ai tetti sugli inquinanti a livello nazionale per il 2020, 2025 e 2030. Perché "le città possono fare molto per migliorare la qualità dell'aria, ma sono esposte anche ad inquinanti che non possono controllare che arrivano da fuori, come le emissioni da agricoltura o industria" ricorda Louise Duprez, di EEB.