Un tappeto multicolore di rifiuti, dal verde al bianco, dall'azzurro all'arancione, è lo spettacolo indecoroso che regalano alcune spiagge italiane. Tra gli oggetti "dimenticati" dai cittadini e quelli che passano tra le maglie larghe dei depuratori, i volontari di Legambiente impegnati nel monitoraggio dei litorali si sono cimentati con un pattume variopinto e altamente deleterio per l'ecosistema marino. Plastica in primis, ma anche carta, metallo, vetro e ceramica. La top ten del rifiuto vede al primo posto pezzi di plastica e polistirolo, che rappresentano il 22,3% degli oltre 33mila oggetti raccolti sulle 47 spiagge oggetto dell'indagine. Onde, correnti e raggi del sole frammentano questi materiali fino a renderli microparticelle, ingerite dai pesci che poi portiamo in tavola. La medaglia d'argento va ai cotton fioc, che dal wc arrivano in spiaggia attraverso fiumi, canali e scarichi grazie alla complicità di sistemi di depurazione poco funzionali. Di bastoncini colorati ne sono stati rinvenuti oltre 4mila (il 13,2% del totale dei rifiuti), molti di più dei mozziconi di sigaretta (7,9%) che pure sono in aumento e si aggiudicano il terzo posto. Tra la sabbia ce n'erano 2.642, il 3% in più rispetto a un anno fa. Fuori dal podio per un soffio si trovano i tappi e i coperchi di plastica e metallo (7,8%), che sono circa 2.600 (il 2% in più del 2015). Seguono le bottiglie di plastica per bevande (7,5%), le reti da pesca e i rifiuti provenienti dall'acquacoltura (3,7%), in particolare le cosiddette "calze" per l'allevamento dei mitili, a quota 900 unità. Più di mille sono i piatti e i bicchieri usa e getta raccolti (3,5%), che precedono materiali da costruzione come calcinacci e spugne sintetiche, bottiglie e pezzi di vetro, contenitori di detergenti e detersivi.