Il CEN-Circular Economy Network, la rete creata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da 14 imprese e associazioni di imprese, chiede che nello strumento legislativo di semplificazione annunciato dal governo vengano abrogate le norme che ostacolano la trasformazione di un rifiuto in materia riutilizzabile.
La legge 128 del 2019, che regola la trasformazione dei rifiuti in nuova materia, consente alle Regioni, nei casi non regolati a livello europeo o con decreto ministeriale nazionale, di autorizzare caso per caso la cessazione della qualifica di rifiuto, applicando sia le condizioni sia i criteri dettagliati stabiliti dalle direttive europee in materia. Queste autorizzazioni caso per caso sono necessarie per non fermare importanti e innovative attività di riciclo, visti i tempi lunghi (diversi anni) dei decreti ministeriali End of waste. Nella legge 128 però, avverte il CEN, "si aggiunge un ulteriore regime speciale di controlli, tanto farraginosi quanto inutili, che portano a una procedura complessa, non prevista dalla Direttiva europea in materia né da altri Stati europei, creando così incertezza sull'efficacia delle autorizzazioni rilasciate dalle Regioni e scoraggiando nuovi investimenti".
"È una contraddizione rispetto allo spirito e al testo delle direttive europee e alle intenzioni manifestate dal governo in tema di economia circolare -, dichiara Edo Ronchi, presidente del CEN -. In questo modo si fa un passo avanti e due indietro, rischiando di paralizzare un settore indispensabile per il rilancio dell'economia italiana. C'è inoltre la concreta possibilità di aprire conflitti tra il sistema ISPRA - ARPA e le Regioni, poiché si attribuisce a un organo tecnico-strumentale la possibilità di contestare una decisione politico-amministrativa delle Regioni e di proporne l'annullamento al Ministero dell'Ambiente".