La startup italiana Ogyre che tramite il suo modello di “fishing for litter” vuole ripulire gli oceani dai rifiuti marini grazie alla collaborazione di pescatori, cresce e porta il progetto fuori dai confini nazionali, arrivando in Brasile e Indonesia. Così, ai gruppi di pescatori già attivi in Italia (Cesenatico, Santa Margherita Ligure, Marina di Ravenna), si aggiungono quelli di Rio de Janeiro e Bali per un network complessivo di 50 pescatori che raccolgono, tra i tre Paesi, una media stimata di 15.000 kg di rifiuti ogni mese. E per il 2022, Ogyre ha già superato l’obiettivo di raccolta che si era prefissata: grazie anche al contributo dei nuovi pescatori sono quasi 110.000 i kg di rifiuti marini recuperati (il cumulativo prefissato era di 100.000kg).
In Brasile, il progetto di Ogyre è confermato dopo un periodo di test partito a dicembre 2021, che ha già portato, ad oggi, a recuperare più di 80.000 kg di rifiuti dal mare. La startup ha coinvolto nella sua attività di pulizia dell’oceano due comunità di pescatori nella baia di Guanabara, a Rio de Janeiro, per un totale di 10 barche; qui, due giorni alla settimana, 2 pescatori per ogni barca escono al solo scopo di raccogliere i rifiuti dal mare. I rifiuti vengono poi riportati a terra, nelle colonie, dove vengono smistati tra materiali non riciclabili, che finiscono nelle discariche locali, e riciclabili, che vengono invece prelevati da una cooperativa locale per essere successivamente smistati nei diversi materiali e mandati a riciclo.
A Bali, invece, il progetto è partito ad aprile 2022: in questo caso sono 29.000 i chili di rifiuti già pescati. A svolgere le operazioni di recupero sono 15 pescatori della comunità di Batu Lumbang, a Benoa: escono 1 o 2 giorni alla settimana con le canoe per andare a recuperare i rifiuti incastrati in una foresta di mangrovie. I rifiuti vengono portati a terra e smistati per mandare a riciclo i materiali recuperabili.
"Il coinvolgimento di comunità locali di pescatori in Brasile e Indonesia è un passo cruciale dello sviluppo di Ogyre, non solo perché rappresenta l’inizio del processo di apertura dell’azienda oltre i confini italiani , ma soprattutto per l’impatto di questa decisione sulla nostra missione di ripulire gli oceani con l’aiuto dei pescatori: il problema dei rifiuti in mare, infatti, è estremamente più significativo in Indonesia e in Brasile rispetto che nei mari europei" commentano Antonio Augeri ed Andrea Faldella, co-founder di Ogyre rilevando che "qui i nostri pescatori trovano in mare davvero di tutto, dai materassi ai televisori abbandonati. C’è poi una dimensione sociale altrettanto importante: si tratta di aree in cui il contributo che Ogyre riconosce ai pescatori per l’attività di raccolta dei rifiuti è uguale al compenso che ottengono durante le normali giornate di pesca, tanto che l’attività diventa, in molti casi, un vero e proprio lavoro da integrare alle normali battute di pesca. Così abbiamo pescatori che, in certi giorni della settimana, escono solo per pescare rifiuti marini".