"Una normativa che segna il de profundis per il settore della gestione dei rifiuti inerti e che condannerà a finire in discarica circa 32 milioni di tonnellate di scarti, bloccando la virtuosa filiera del riciclo. Chiediamo al Ministero della Transizione Ecologica la convocazione immediata di un tavolo per concertare avvio e modalità di verifica dei criteri di monitoraggio". È questo il commento di Anpar, l'Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati (che fa parte di Assoambiente) alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull'End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione.
Secondo Anpar, si legge in un comunicato, il nuovo decreto "di fatto introduce parametri, requisiti e controlli che si traducono in una restrizione nazionale, non effettivamente giustificata da motivi di interesse pubblico legati alla tutela dell'ambiente o della salute".
"Circa l'80% dei rifiuti inerti, oggi recuperati - prosegue Anpar -, dovrà trovare destino in discarica (circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti inerti non pericolosi), senza contare l'impatto occupazionale, con migliaia di addetti che perderanno il loro impiego, e quello economico, con centinaia di milioni di fatturato persi nella filiera del riciclo".
Anpar, prosegue la nota, "pur condividendo l'attenzione per i parametri con potenziale incidenza sulla salute umana e sull'ambiente, ritiene necessaria una rapida valutazione degli effetti concreti di tali limiti prudenziali sull'efficacia del meccanismo di economia circolare attivato dalla regolamentazione, affinché siano scongiurati effetti di forte riduzione dei quantitativi di questi rifiuti effettivamente avviati al recupero".