La maggior parte della plastica non può essere riciclata: negli Stati Uniti le famiglie hanno prodotto nel 2021 51 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma solo 2,4 milioni di queste, il 4,7%, sono state riciclate. La soluzione al problema non è il riciclo, ma il riuso dei contenitori e il riempimento alla spina. Lo sostiene un rapporto di Greenpeace Usa.
Il riciclo della plastica è calato al 5-6% nel 2021, mentre nel 2014 era al 9,5% e nel 2018 all'8,7%. All'epoca, gli Stati Uniti esportavano milioni di tonnellate di rifiuti di plastica in Cina e li consideravano come riciclati, anche se la maggior parte finiva bruciata o in discarica.
Il rapporto sostiene che nessun tipo di imballaggio di plastica negli Stati Uniti soddisfa la definizione di riciclabile usata dalla Fondazione Elle McArthur. Secondo questa, un oggetto deve avere un tasso di riciclo del 30% per essere classificato "riciclabile". Due delle plastiche più comuni negli Stati Uniti (spesso ritenute riciclabili), il Pet 1 e l'Hdpe 2, usate per bottiglie e brocche, sono molto al di sotto di questa soglia, rispettivamente al 20,9% e al 10,3%. Per tutti i tipi di plastica, il tasso medio di riciclo è meno del 5%.
Secondo Lisa Ramsden di Greenpeace Usa "società come Coca Cola, Pepsi, Nestlé e Unilever hanno lavorato con le principali industrie per promuovere il riciclo della plastica come la soluzione ai rifiuti per decenni. Ma i dati sono chiari: in pratica, la maggior parte della plastica non è riciclabile. La soluzione reale è passare a sistemi di riuso e di riempimento alla spina".
Secondo il rapporto, il riciclo meccanico e chimico dei rifiuti di plastica non funziona perché questi rifiuti sono difficili da raccogliere, quasi impossibili da selezionare per il riciclo, dannosi da trattare dal punto di vista ambientale, spesso composti o contaminati da materiali tossici, non economici da riciclare.