Per più di un italiano su tre (36%) il cambiamento climatico rappresenta una delle più importanti minacce, con punte del 45% tra la GenZ e del 40% tra i Baby Boomers. E ben 7 italiani su 10 ritengono di essere testimoni della "più grande crisi climatica ed ecologica della storia". È quanto emerge dal primo report del nuovo Osservatorio Deloitte su sostenibilità e innovazione.
Oltre 2 rispondenti su 3 dichiarano di aver cambiato abitudini in un'ottica sostenibile già prima della pandemia.
Condividere, riciclare, rigenerare e ridurre al minimo i rifiuti sono elementi imprescindibili secondo oltre 7 cittadini su 10.
Importanti per il 40% sono prodotti biologici e filiere certificate, economia circolare e brand ecosostenibili.
Il prezzo per il 51% è il primo elemento critico, poi la difficoltà di reperire il prodotto o il servizio (38%) e la difficoltà di trovare informazioni certificate e affidabili sulla sostenibilità (36%).
Per la sostenibilità ambientale, l'interesse è rivolto soprattutto al tipo di materiali impiegati, che deve essere quanto più rinnovabile (36%), naturale (34%) e riciclabile (31%), ma anche alla minimizzazione dell'impatto ambientale lungo tutto la catena del valore (31%). Il tema della durabilità del bene non è considerato un aspetto prioritario, specialmente tra i Baby Boomer, ancora influenzati dalla "cultura del consumo": solo per il 23% è tra le tre caratteristiche più rilevanti.
La sostenibilità è una discriminante di prim'ordine per i consumi legati alla mobilità (55% su altri mezzi di trasporto; 51% sui veicoli personali), all'immobiliare (57%) e ai generi alimentari (51%). Invece nel consumo di software (24%), di servizi d'intrattenimento (23%) e di prodotti finanziari (19%) le scelte d'acquisto sono ancora guidate da considerazioni più tradizionali.