Aumentano quest'anno i campioni di frutta e verdura in Italia in cui sono state trovate tracce di pesticidi, anche se entro i limiti di legge: sono il 44%, contro il 36% dell'anno scorso. Quest'anno il 55% dei campioni risulta senza tracce di fitofarmaci, contro il 63% dell'anno scorso.
Pesticidi oltre le soglie di legge sono stati trovati solo nell'1% dei campioni, in lieve diminuzione rispetto all'anno predente. Lo rivela il rapporto annuale di legambiente "Stop pesticidi".
Al centro dell'indagine 4.313 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, compresi i prodotti derivati da apicoltura di provenienza italiana ed estera, analizzati nel 2021. Sul 44% di campioni in cui sono state trovate tracce di uno o più fitofarmaci entro i limiti di legge, nel 14% c'era il residuo di uno solo, nel 30% di più di uno. Sono state 90 le sostanze attive rintracciate, tra cui un campione di uva con 14 residui, uno di pere con 12 residui, uno di peperoni con 10 residui. Dai dati EFSA, risulta campionata una fragola proveniente dall'Unione europea con 35 diversi residui. In linea con il trend degli anni passati, la frutta si conferma la categoria più colpita: oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. In riferimento alla verdura, il quadro risulta migliore: il 65,5% dei campioni analizzati risulta senza residui. Da segnalare l'uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%).
Tra gli alimenti trasformati, il vino e i cereali integrali trasforomati sono quelli con le maggiori percentuali di residui permessi, contando rispettivamente circa il 61,8% e il 77,7%.
Tra i pesticidi più presenti troviamo (in ordine decrescente): Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil, Azoxystrobina, Tubeconazolo e Fluopyram.