(di Bianca Maria Manfredi) (ANSA) - MILANO, 10 NOV - Matteo Renzi arriva a Milano e cerca di scrollarsi di dosso l'idea di essere un "rottamatore" presentando un progetto, "un'idea organica del futuro del Paese", che parte da Expo, anzi dal dopo Expo, il simbolo di chi non si rassegna, e per cui il Governo metterà a disposizione 150 milioni all'anno in dieci anni. Come palco sceglie quello del Piccolo Teatro, un edificio che durante la Repubblica di Salò era diventato luogo di torture e che, dopo la guerra, è diventato simbolo di rinascita. E di ripresa è tornato a parlare Renzi rivendicando che l'Italia "può essere meglio della Germania" e che Milano "può essere la locomotiva d'Europa". Nessun accenno alla politica locale, nessuna investitura come candidato sindaco al commissario Giuseppe Sala con cui ha scherzato. "Grazie Beppe, non posso dire oltre per noti motivi - ha osservato - ma grazie di cuore per la dedizione con cui hai reso possibile quest'avventura". Poi ha ringraziato autorità presenti e passate, il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, ora commissario di Roma, i lavoratori, l'Anac, chi ha visitato il sito e si è messo in coda e "i magistrati di Milano che hanno avuto una grande sensibilità nel rispetto rigoroso delle leggi e una grande attenzione istituzionale". Però finita l'esposizione, come ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, "oggi inizia una nuova storia da costruire insieme". "Per anni hanno detto che noi siamo solo quelli della rottamazione - ha rilanciato Renzi - ma abbiamo dimostrato che c'è un disegno organico sull'Italia". "Non c'è stato un solo giorno in cui negli ultimi vent'anni noi non abbiamo discusso di riforme. Negli ultimi venti mesi - ha rivendicato - queste riforme sono state realizzate". Ha ricordato il riordino del mercato del lavoro, la legge elettorale, ovvero l'Italicum che "è riforma molto semplice. Dice che chi vince le elezioni deve governare". E certo si può discutere "ma non c'è dubbio - ha sottolineato - che in un Paese dove questo governo è il numero 63 in 70 anni qualcosa non funziona a livello istituzionale". Però la "vera" domanda adesso è "come vogliamo essere nei prossimi vent'anni, ora che la foga necessaria e urgente di realizzare le riforme in grado di cambiare verso al Paese si è compiuta" perché "indietro non si torna". La proposta del premier parte da Milano, dai terreni di Expo dove Renzi immagina "tanti fuochi che diano la scintilla della ripartenza" a cominciare dal progetto "Italia 2040" per far diventare l'Italia "leader mondiale delle tecnologie per la qualità della vita" con un "centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica e dei big data applicati a cancro, nutrizione e tecnologie per la sostenibilità" a cui lavorerebbero 1.600 ricercatori. Il progetto dell'Iit di Genova e di altre realtà ha preoccupato il mondo milanese e lombardo che si è sentito spodestato, con Assolombarda e Statale che avevano avanzato loro proposte. "Nessun esproprio" ha assicurato Renzi spiegando che "se richiesto" il Governo è pronto a fare la propria parte e a mettere "risorse ed energie" dal Consiglio dei ministri di venerdì. "Questo progetto - ha spiegato - è sinergico. Lo dico per evitare una guerra di campanili che non avrebbe senso". L'ambizione, Renzi ha citato le parole del capo di Apple Tim Cook che oggi ha incontrato a pranzo, è di essere "the best" e non semplicemente "the most" per fare in modo che quella di Expo "non diventi l'area del nostro rimpianto". "Siamo in condizione di accettare ogni tipo di suggerimento. Quello che non siamo disponibili a fare - ha concluso - è lasciare questa bella area in mano ai campanili".
30 ott. 2015