Per i dirigenti scolastici c'è un obbligo di rotazione che finora è stato ignorato dalla gran parte delle regioni: a prevederlo è una norma del codice anticorruzione; saranno i singoli Uffici scolastici a decidere dopo quanti mandati scatta l'incompatibilità e quindi il trasferimento. Ma tanto è bastato per far saltare sulla sedia i 7500 dirigenti scolastici italiani: di questi, almeno il 15% rischia infatti dal prossimo anno di essere trasferito.
Alla base della norma ci sarebbe il fatto che i dirigenti scolastici gestiscono appalti affidamenti e acquisto di beni.
"Ma la scuola è un settore a basso rischio corruttivo e il valzer dei dirigenti, non è funzionale al sistema scolastico", fa notare Paola Serafin, che guida i presidi per la Cisl scuola.
"Nel settore scolastico - prosegue la dirigente sindacale - le decisioni sono assunte spesso con il coinvolgimento degli organi collegiali e gli atti contabili vedono la forte interazione tra dirigente scolastico e il direttore dei servizi generali amministrativi. Mandati e reversali sono a firma congiunta, per non parlare poi del controllo costante dei revisori dei conti. Di questa specialità nel funzionamento, che non ha eguali nella PA, e della particolarità dell'azione formativa, occorrerebbe tenere conto".
"Siamo fortemente preoccupati - le fa eco Elvira Serafini dello Snals - ci teniamo alla continuità. Poi è assurdo che ogni direzione regionale decida dopo quanti mandati scatta l'incompatibilità: iniziamo ad andare verso una strada di non ritorno, le differenze regionali non faranno bene alla comunità, deve esserci uniformità nel trattamento".
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente nazionale di Anp, l'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli che dice a chiare lettere come sia "assolutamente inappropriato accomunare le scuole ai grandi apparati amministrativi della Pa. Le dinamiche e soprattutto i fondi a disposizione sono molto diversi e di conseguenza parlare in questi termini di rischio corruzione appare molto superficiale. Trovo inaccettabile l'applicazione di simili automatismi al mondo della scuola nel quale, da sempre caratterizzato dalla insufficienza delle risorse economiche è minimo il rischio di corruzione".
Promette battaglia la Flc Cgil con Roberta Fanfarillo che ricorda come il sindacato abbia da subito espresso netta contrarietà al tentativo di applicare l'istituto della rotazione degli incarichi alla dirigenza scolastica, anche perchè è "ridotto il grado di esposizione al rischio corruttivo delle istituzioni scolastiche. Sarà questo uno dei punti principali che porteremo alla trattativa Aran non appena verrà aperta la contrattazione per il rinnovo del contratto". In particolare, spiega Fanfarillo che guida i dirigenti scolastici per Flc Cgil, "abbiamo espresso il fermo dissenso alla proposta del direttore generale dell'Ufficio scolastico del Lazio di concordare una sorta di valutazione regionale che attestasse la regolarità amministrativa degli istituti scolastici in cambio dell'impegno a non effettuare la rotazione. Inoltre, la volontà dell'Ufficio scolastico del Lazio di effettuare la rotazione dopo 2 incarichi triennali, ci lascia sconcertati perché chi conosce il lavoro dei dirigenti scolastici sa bene che la complessità della direzione di una istituzione scolastica ha bisogno di tempi ben più distesi per poter esplicare la sua efficacia".
E il giovane sindacato dei dirigenti scolastici Udir sta presentando un emendamento al decreto Milleproroghe per evitare nei prossimi anni, durante l'attuazione del PNRR, la rotazione degli incarichi prevista per non ritardare le azioni programmate.
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