di Agnese Ferrara
Il comparto cosmetico italiano ha ripreso a correre, la crisi del 2020 è un lontano ricordo. Il fatturato del settore raggiungerà i 13 miliardi di euro entro la fine del 2022, crescendo del 10,7% rispetto al 2021 e dell’8,3% rispetto al 2019. Concorre al quadro positivo la crescita decisiva dell’export che nel 2022 si prevede si avvicinerà ai 5,6 miliardi di euro con un incremento di oltre il 15% rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti scalzano il primato alla Francia, sono divenuti loro il principale mercato dei prodotti cosmetici made in Italy. Buone anche le previsioni dei consumi interni di prodotti beauty: cresceranno del 7,6 % entro il 2022 per un valore che supera gli 11,4 miliardi di euro, superiori anche ai consumi pre-Covid del 2019.
La situazione economica, le dinamiche ed i trend del comparto italiano dei prodotti di bellezza sono stati analizzati questa mattina in un webinar organizzato dall’associazione nazionale delle imprese cosmetiche, Cosmetica Italia, in occasione della presentazione della 43/esima indagine congiunturale.
Gli italiani sono tornati nei negozi tanto che le profumerie subiranno un rimbalzo positivo del 15% entro la fine dell’anno, idem i parrucchieri e i centri estetici che tornano a crescere rispettivamente del 14,3% e dell’11,4%. Seppure più contenute, crescono le vendite di cosmetici nelle farmacie (+3,4%) e nella grande distribuzione (+5,4%), che è la fetta più estesa del business. Le vendite porta a porta salgono dell’1,7%. Stabile lo shopping in erboristeria, + 0,2% in più rispetto all’anno precedente. Vola l’e-commerce: lo shopping online rientra nelle abitudini degli italiani e cresce ancora del 12,3% rispetto al 2021.
Sulle stime ottimistiche per l’anno in corso incombono però nuovi nodi di scenario che vanno dalla crisi energetica europea che porterà ad un aumento dei costi energetici per il comparto cosmetico del 330% entro fine anno (ed un aumento delle bollette per 170 milioni di euro nel 2022 sul 2021), al rischio recessione in aumento all’escalation del conflitto in Ucraina, dalle elezioni politiche italiane e dai rischi di implementazione del PNRR. Infine le elezioni americane di mid-term, previste a novembre.
“Le performance del settore confermano la capacità di resilienza delle imprese cosmetiche e la grande capacità di reazione in uno scenario economico in tensione - ha dichiarato Benedetto Lavino, presidente reggente di Cosmetica Italia – Le esportazioni concorrono in maniera decisiva al raggiungimento di tali risultati ottimistici raggiungendo i 5,6 miliardi di euro entro la fine di questo anno. Si tratta del valore più alto in assoluto negli ultimi 20 anni”. “Analizzando gli indicatori industriali emergono intenzioni di investimento sostanzialmente ottimistiche per l'anno in corso, che non vengono quindi penalizzate per adesso dalle forti tensioni sui prezzi e sulle materie prime – ha sottolineato Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia. – Proseguono con costanza gli investimenti in nuovi macchinari e nel grado di utilizzo degli impianti: una conferma della vocazione resiliente del comparto che è in grado di anticipare l’evoluzione della domanda, scegliendo di investire anche in momenti di pianificazione più incerta”.
Ha spiegato Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo: "Le industrie della cosmesi hanno saputo reagire mantenendo un cuscinetto di redditività e di liquidità superiore rispetto alla media degli altri settori manifatturieri che dà un po’ di fiato alle imprese ma la domanda è per quanto potranno continuare ad operare ed affrontare i problemi legati alla crisi energetica e al quadro mondiale del momento?”.
In collaborazione con:
Cosmetica Italia