Più che uno spettacolo, quello di Moni Ovadia e Dario Vergassola per il Festival della Parola di Chiavari è una chiacchierata al bar tra persone che si stimano e che, ognuno per suo conto, disquisiscono sull'ebraismo e sui luoghi comuni che accomunano ebrei e liguri. Parola di Vergassola e Ovadia incontrati a poche ore dal debutto nazionale del loro 'Un ebreo, un ligure e l'ebraismo' appuntamento che chiude la giornata inaugurale del Festival della Parola.
"Si parla ancora di ebrei perché la questione non è mai stata risolta - spiega Ovadia -: l'ebreo è l'altro rispetto al mondo". Lo spettacolo, dicono, "o meglio l'idea dello spettacolo, nasce da una telefonata. Ci siamo subito capiti: come possiamo fare per continuare a pagare i mutui?". Giunto alla VI edizione, il Festival della Parola di Chiavari è stato inaugurato stamani con un flash mob degli studenti sul tema della caduta del Muro di Berlino. "In un periodo storico in cui vi sono forti tensioni a livello sociale, politico, religioso e civico, in un periodo in cui chi parla non viene ascoltato o viene interrotto creando forti tensioni sociali e facendo emergere particolarismi e populismi - ha detto il sindaco di Chiavari Marco Di Capua - cosa meglio del dialogo offre la possibilità di risolvere i conflitti?".
La parola chiave del festival sarà appunto Dialogo, ponte ideale costruito con il confronto, ponte per quei sogni che hanno ispirato e guidato le menti dei due uomini cui quest'anno è dedicato il Festival: Lucio Dalla e Leonardo da Vinci. Tra gli ospiti attesi, oltre a Ovadia e Vergassola, Federico Rampini e il regista Pupi Avati, che sarà protagonista domani sera dell'incontro 'La sera dei miracoli' dedicato a Dalla.
In collaborazione con:
Il Festival della Parola 2019