(di Agnese Ferrara) Quale albero di Natale scegliere? Meglio quello (erroneamente) detto ‘ecologico’, cioè di plastica, o uno vero? Meglio un abete o una pianta alternativa ma dall’aria di festa, come l’agrifoglio, il ginepro, un ramo di leccio, un piccolo alloro o il corbezzolo, così come dettano i trend del momento in nome di uno spirito ecologico e del rispetto per l’ambiente? Se la scelta di alberi finti o arbusti alternativi da decorare in nome di un maggiore rispetto per la natura si rivela una falsa preoccupazione perché gli abeti veri in vendita nei vivai non sono mai frutto di deforestazioni e quelli di plastica inquinano eccome, gli amanti del giardinaggio preferirebbero senza dubbio un abete vero, per trapiantarlo nella terra appena concluse le feste. Raramente però gli alberelli, già provati dalle settimane passate in case troppo riscaldate e addobbati di palline, ce la fanno. Così finiscono, rinsecchiti, nel cassonetto della spazzatura con un deciso senso di frustrazione di chi ha provato in tutti i modi a rianimarli tenendoli in balcone o in giardino per qualche mese. Se nell’Italia montana ripiantare l’abete di Natale in giardino o sul balcone è una operazione semplice, nel resto della penisola diventa difficoltoso farli sopravvivere. Ad eccezione di chi abita in località marine (inutile insistere, l’albero non sopravvivrà alla siccità e al solleone estivi), gli altri possono vederlo germogliare e crescere dalla prossima primavera. A patto di scegliere quello giusto e seguire alcune semplici regole di coltivazione e di rispetto dell’ambiente.
Come selezionare l’albero lo spiega Silvia Biondini, tenente colonnello del dipartimento della Forestale e comandante del centro nazionale Carabinieri biodiversità di Pieve Santo Stefano, Arezzo: “Il consiglio più importante è quello di acquistare gli abeti nei vivai autorizzati. Le piante si riconoscono perché sono contrassegnate da un’etichetta che indica, insieme alla denominazione del vivaio, il luogo di origine, la specie di appartenenza e la dicitura ‘albero di Natale non per fini forestali’ e il richiamo alle norme regionali che ne regolamentano la vendita. Gli abeti in vendita nei vivai sono tutti coltivati. Nessuna foresta viene danneggiata se si compra l’albero vero al vivaio o al supermarket”. In Italia le coltivazioni sono diffuse soprattutto in Toscana, in provincia di Arezzo e Pistoia, e in Veneto, in aree montane e collinari dove gli abeti assolvono anche al fondamentale compito di prevenire il degrado idrogeologico. “Gli alberi italiani sono generalmente abeti rossi, diffusi soprattutto nelle Alpi orientali, e gli abeti bianchi dell’Appennino. Ci sono anche abeti importati che arrivano dall’Europa dell’est e del nord”.
Al momento dell’acquisto controllare la provenienza e che l’abete abbia il pane di terra. Precisa l’esperta: “Scartare i ‘cimali’ senza radici, che sono il frutto di potature e diradamenti che si fanno nei boschi da legna. Scartate anche le piante con aghi radi e che tendono al giallo. Gli abeti devono essere verdi e rigogliosi, magari con qualche germoglio. Se si vive nel centro Italia è meglio scegliere l’abete bianco, al nord invece quello rosso. Selezionare quindi esclusivamente gli abeti con radici e in un piccolo vaso per farli sopravvivere durante le feste, bagnandoli regolarmente e mantenendoli a debita distanza dai caloriferi. A gennaio si possono trasferire in vasi più grandi o in piena terra e in luogo idoneo, ovvero in una zona fresca e umida, giardino o balcone non fa differenza. Gli abeti di Natale invece non devono essere piantati nei boschi, nelle foreste e nemmeno nei parchi pubblici. Pensando di fare del bene all’ambiente si fa un errore perché si potrebbero mescolare semi di piante che magari provengono da fuori Italia e mettere in pericolo il corredo genetico degli abeti nostrani che popolano la penisola. Nessun abete acquistato va usato per fini forestali”.
Scegliete una zona fresca e, una volta a terra, annaffiatelo spesso. Gli abeti sono piante forti e resistenti ma la terra in cui li pianterete deve restare umida, non zuppa, e con un buon sistema drenante. Non lasciate il sottovaso pieno di acqua o il terreno sempre bagnato. Se vivete di fronte al mare, infine, potete provare a coltivare l’abete ma aspettatevi un fallimento dell’impresa. Perciò niente colpi di calore per l’alberello, che a 30 gradi non sopravvive.
Come smaltire l’abete se non si riesce a farlo sopravvivere alle feste? Gettatelo nell’umido, non nei cassonetti per la spazzatura indifferenziata. E’ bene perciò compostarlo in modo che ritorni terriccio e completi l’equilibrio ecologico.
Infine: albero finto e albero vero, quale è davvero il più ecologico? Alla atavica domanda che si ripropone ad ogni Natale rispondono gli esperti della scuola forestale più antica d’Italia, quella dell’università di Firenze: “E’ di gran lunga più ecologico e sostenibile acquistare l’abete vero. Nessuna foresta viene privata e danneggiata perché ci sono regole ferree e gli abeti in vendita sono coltivati in apposite piantagioni diffuse anche in Italia. Acquistando questi alberi si aiuta ad incrementare il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali e si combatte l’effetto serra visto che questi abeti hanno assimilato durante le loro crescita l’anidride carbonica atmosferica , a differenza di quelli sintetici che invece sono prodotti con idrocarburi fossili”.