Il cibo è cool. Creativi, designer e ricercatori di tutto il mondo sfornano piatti innovativi, divertenti, attraenti, che prima non esistevano e a cui ognuno di noi si potrà ispirare per essere al passo. Un semplice piatto di spaghetti, infatti, potrà essere molto più di una pietanza veloce da preparare quando non si ha un granché nel frigorifero. In un futuro imminente potrebbero anche essere conditi con un sughetto di funghi coltivati in casa in appositi sacchetti appesi in cucina oppure insaporiti da una spolverata di formaggio fatto e stagionato in appartamento. I primi coltivati con concimi ricavati dai fondi del caffè (progetto GroCyle Urban Mushroom Farm) e i secondi ‘cresciuti’ con batteri prelevati della nostra pelle (progetto Selfmade di Sissel Tolaas e Christina Agapakis). Lo stesso piatto di pasta fumante si potrebbe condire con pomodorini locali coltivati sul balcone con concimi ricavati dal compost dei rifiuti di casa, finalmente maturato in vasi di terracotta (Sistema Daily Dump, India) colorati e così belli da poterli mettere in bella vista sul balcone, invece che nei fusti orribili nascosti in angoli remoti di casa. Dopo quel piatto di pasta si potrebbe anche mettere in tavola un contorno di verdure cresciute in modo ecologico al 100%, coltivate con bici-trattori a pedalata assistita (progetto sviluppato da Farming Soul per sostenere l’agricoltura su piccola scala, distribuito in open source o con le istruzioni per il fai da te scaricabili dal sito internet). Oppure servirsi di vegetali coltivati in luoghi inattesi, cresciuti rigogliosi e sani grazie ad apposite piattaforme per la creazione e il monitoraggio di ambienti controllati che replicano esattamente le condizioni naturali (progetto del MIT, Food Computer).
I manicaretti inoltre possono divenire opere d’arte. Serviti in modo creativo, elaborato, sorprendente magari insieme al cibo del futuro per eccellenza, gli immancabili insetti. E messi in mostra, in foto o dal vivo. Queste informazioni paiono futuristiche ma non lo sono affatto. Si tratta solamente di una piccolissima parte dei 70 progetti contemporanei legati a cibo, ingredienti, ricette e ad esperimenti creativi presentati ed esposti al Victoria and Albert Museum di Londra in occasione della mostra visionaria FOOD: Bigger than the Plate (in corso fino al 20 ottobre 2019).
L’installazione esplora in che modo stiamo reinventando radicalmente il modo in cui produciamo, distribuiamo e viviamo il cibo. Che diventa spunto di sensibilizzazione su temi urgenti legati all’ambiente, al nostro passato, alle tradizioni (la sala dedicata alle galline e ai galli padovani è uno spettacolo) e a come un pasto ci connetta culturalmente, socialmente e politicamente. Nelle sale si sperimenta un viaggio sensoriale attraversando l’intero ciclo alimentare, dal concime alla tavola, sposando l’obiettivo della mostra: ambire ad un futuro alimentare più sostenibile (incluso fare la spesa), corretto, attraente, inaspettato e giocoso. Visitare la mostra significa riflettere ed ispirarvisi profondamente perché la partecipazione di artisti e designer geniali che hanno lavorato con chef, agricoltori, scienziati e comunità locali datato il mondo, ha creato una occasione unica dal punto di vista artistico, culturale e sociale. Passato, presente e (molto) futuro del nostro mangiare passano per Londra.