Ogni bottiglia, ogni etichetta dietro ha una storia: racconta il lavoro della vigna, la selezione in vendemmia, il sapere dell'enologo, l'alchimia dell'invecchiamento e tanto altro. Poi ci sono bottiglie più particolari di altre, speciali al limite della leggenda per chi è appassionato del mondo del vino, come la Biondi-Santi riserva 2012. Emozioni in bottiglia: già l'etichetta è al top nel mondo, la riserva è una delle 39 dal 1888 della produzione del Brunello di Montalcino, il vino in purezza di solo sangiovese letteralmente inventato e realizzato nella Tenuta Greppo dalla famiglia toscana nelle colline senesi. Delle 39 riserve, 24 sono firmate da Franco Biondi Santi (la più universalmente nota è quella del 1955 inserita da Wine Spectator tra i 12 migliori vini del secolo). La 2012 è l'ultima della sua vita e a questo personaggio fondamentale dell'enologia è dedicata l'etichetta. Dunque una bottiglia specialissima, numerata: ne sono state denominate così Riserva 2012 appena 12 mila 500 bottiglie, in vendita 8000 il resto in custodia nella wine library, il tesoro dentro il Greppo.
Inutile sottolineare la qualità del vino, l'eccellenza della bottiglia alla degustazione preziosa - è stata recentemente premiata dalla rivista internazionale ‘The Wine Enthusiast’ con 100/100 - il 'message in a bottle' contenuto nell'ultimo lavoro del maestro 'alchimista che trasforma gli acini in oro liquido', una delle tante definizioni date a questo gentiluomo riconosciuto nel mondo, scomparso l'8 aprile del 2013. La riserva doveva uscire più di un anno fa poi è stato deciso di aspettare che "la natura facesse il suo corso, lasciando da parte le logiche commerciali", dice l'ad Giampiero Bertolini.
Tancredi , classe 1991, è il nipote di Franco ed è brand ambassador dell'azienda fondata da Clemente Santi e Jacopo Biondi (il marito della figlia di Clemente) che nel 1865 ottenne il riconoscimento del Brunello, vino rosso scelto, inventato nelle sue vigne, mentre è al nipote Ferruccio che nel 1888 si deve la prima bottiglia di Riserva. "Queste bottiglie non sono solo cimeli, la Riserva - racconta all'ANSA il giovane Tancredi - rappresenta il cuore di quello che è il concetto di Brunello, la sua unicità, particolarità, longevità".
Il rampollo della famiglia, figlio di Jacopo , è il custode della memoria storica dell'azienda, cresciuto tra le vigne con i discorsi e gli aneddoti del nonno Franco. "E anche con gli incubi - prosegue - ho sognato tante volte catastrofi come la caduta di una bottiglia del 1888, mi svegliavo con il cuore in gola! Ho avuto il privilegio di poter assaggiare questi vini storici: mio nonno Franco per i 60 anni di matrimonio arrivò al pranzo con una sorpresa per mia nonna: 24 ore prima aveva stappato una Riserva del 1891 e io ero lì a bere quella bottiglia di un secolo più vecchia di me". Il mitico caveu del Greppo, "resistette ai nazisti nella seconda guerra mondiale - racconta Tancredi - la villa era diventata un loro quartiere generale. All’inizio del 1944 mio nonno Franco aiutò suo padre Tancredi a murare la cantina dove erano riposte un centinaio di bottiglie di vecchie Riserve, certo di dover preservare un vero tesoro. Alzò un muro davanti la porta del caveau, di fatto murandolo e così le bottiglie si salvarono".
La cassaforte con le bottiglie storiche di incredibile valore si trova dentro la wine library da una cinquantina di anni, ci racconta Tancredi, in una zona separata anche dal punto di vista climatico, inferiore di 4 gradi per preservare l'invecchiamento. "E' una specie di matrioska, il caveau nel caveau con le bottiglie al 1888 al 1964. Ci sono due chiavi e si entra in due persone. Ogni uscita è annotata rigorosamente come le tre bottiglie del '64 vendute ad Hong Kong di recente. E' un tesoro inestimabile".
Il momento storico con l'emergenza coronavirus ha orizzonti incerti, "per quanto l'alto di gamma avrà sempre il suo spazio - dice Bertolini - bisognerà ripensare i modelli di consumo, si berrà in situazioni meno conviviali di prima, sarà forse, almeno per il caso nostro, l'occasione per instaurare un rapporto ancora più diretto tra appassionati, collezionisti e consumatori aprendo di più alle visite dal Greppo e promuovendo i canali della vendita diretta. Il contatto senza intermediari è la cosa su cui pensiamo di lavorare di più per l'immediato futuro. Già ora venivano a visitarci finanzieri americani (gli Usa sono il mercato principale per l'azienda) e privati asiatici, cercheremo di aprirci ancora di più". Resta l'accessibilità di queste bottiglie preziose, "ma con il Brunello al bicchiere - dice Lene Bucelli del marketing aziendale - già abbiamo aperto una strada perchè non ci sono solo ricchi collezionisti ma anche tanti entusiasti di questo vino che così possono provarlo".