Alessandro Michele lascia la direzione creativa di Gucci. La conferma arriva nella serata del 23 novembre con una nota ufficiale del marchio del gruppo Kering, dopo i rumors circolati per ore: dopo oltre sette anni è divorzio dallo stilista che ha ricoperto un ruolo fondamentale "nel rendere Gucci quella che è oggi, grazie alla sua creatività rivoluzionaria e sempre nel rispetto dei codici del brand". "Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi - sottolinea lo stilista romano, 50 anni il 25 novembre - per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un'azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l'hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà", le sue parole di commiato. Il team porterà avanti la direzione creativa della maison fino all'annuncio di una nuova organizzazione.
Marco Bizzarri, presidente e ceo del gruppo, ringrazia "Alessandro per il suo impegno ventennale in Gucci e, per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da direttore creativo". Per François-Henri Pinault, chairman e ceo di Kering, "la strada che Gucci e Alessandro hanno percorso insieme negli ultimi anni è unica e rimarrà un momento eccezionale nella storia di questa Maison. Sono grato ad Alessandro per aver portato così tanto di sé in questa avventura. La sua passione, la sua immaginazione, il suo ingegno e la sua cultura hanno messo Gucci al centro della scena, al posto che merita. Gli auguro tutto il meglio per il prossimo capitolo del suo viaggio creativo".
A lanciare i rumors era stata nella tarda serata del 22 novembre la testata americana WWD, citando fonti vicine al marchio secondo le quali a causare la rottura sarebbe stato il rifiuto da parte di Alessandro Michele di "un forte cambiamento nel design" chiesto da Pinault. Che, tradotto in termini di profitto, potrebbe voler dire un cambio di rotta per recuperare terreno dopo le performance economiche degli ultimi mesi, considerate inferiori alle aspettative.
Alessandro Michele è stato nominato direttore creativo di Gucci nel gennaio del 2015, due giorni dopo la sfilata maschile Autunno/Inverno 2015-16 realizzata in tempi strettissimi dopo l'addio di Frida Giannini, avvenuto pochi giorni prima. Un fulmine a ciel sereno, perché Alessandro Michele era stato il braccio destro della stilista uscente, che aveva conosciuto tra i banchi dell'Accademia di Costume e Moda di Roma. Il designer era stato selezionato da Bizzarri che lo ha sostenuto fin dall'inizio. Alla fine degli anni Novanta era entrato da Fendi come senior designer per gli accessori e nel 2002 da Gucci, assunto da Tom Ford a Londra. Un crescendo di incarichi sino al 2011 quando divenne braccio destro di Frida Giannini.
Poi sette anni di successi, fino agli ultimi report finanziari che hanno però rilevato un rallentamento di crescita del marchio, rispetto alla crescita complessiva del gruppo. Nel terzo trimestre 2022 Gucci ha raggiunto un fatturato di 2,58 miliardi di euro, in crescita del 18% (+9% su basi comparabili). Mentre nello stesso gruppo nello stesso periodo Yves Saint Laurent ha visto un rialzo del 40% e Bottega Veneta del 20%. Quanto allo stile, l'ultima sfilata disegnata da Michele per il marchio è stata uno dei fashion show più incredibili degli ultimi tempi: lo stilista - che per primo ha sposato e promosso l'estetica del gender fluid - ha utilizzato modelli gemelli che indossavano capi di sartoria e look androgini. Il motivo della scelta, una riflessione sulla sua identità: sua madre aveva una gemella e lui ha sempre pensato di avere due madri.
Nello show la sua idea visionaria della moda ha lasciato il segno con gli abiti indossati da Achille Lauro a Sanremo e tuttora con i vestiti realizzati per i Maneskin. Senza dimenticare Jared Leto, che al Met Gala 2022 si è presentato con lo stesso tuxedo anni '70, occhiali scuri e capelli sciolti sulle spalle, del suo amico e gemello Alessandro Michele.