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People

Sorrisi e dettagli a Cannes

I protagonisti e il loro primo red carpet dell'edizione 2018

Benicio del Toro © EPA
  • dell'inviata Alessandra Magliaro
  • 10 maggio 2018
  • 08:13

Madame, madame, madame, madame e monsieur ... la presidente di giuria Cate Blanchett accenna alla questione femminile, al sottotema della 71/a edizione del festival di Cannes, l'empowerment delle donne, al gap di genere nel mondo dello spettacolo, così con leggerezza e giusto un attimo. Chi si aspettava al galà di apertura una protesta stile Golden Globes o dichiarazioni femministe come la stessa attrice australiana fece nel 2014 ricevendo il suo secondo Oscar (Blue Jasmine di Woody Allen, il primo fu per Aviator nel 2005) è rimasto deluso.

Sul red carpet né i selfie, vietati ormai per regolamento, né spillette evocative del movimento Times's up e #metoo si sono viste. Emozione e standing ovation invece per Martin Scorsese, il maestro del cinema, cinefilo instancabile, 75 anni, promotore con la sua fondazione di tanti restauri di film che hanno fatto la storia del cinema mondiale. Riceverà la Carrosse d'or alla Quinzaine des realizateurs, in occasione dell'anniversario di Mean Streets.

LO SPECIALE DEDICATO AL FESTIVAL

Sincronizzati nella voce, sottobraccio, Scorsese e la Blanchett, abito nero castigato davanti e con scollo abissale sulla schiena, hanno dichiarato aperto il 71/o festival di Cannes al termine di una breve cerimonia condotta dall'attore francese Eduard Baer e che ha preceduto la proiezione in anteprima mondiale (anche per gli oltre 4000 accreditati stampa) di Todos los saben, Tutti lo sanno, di Ashgar Farahdi con protagonisti gli spagnoli Penelope Cruz e Javier Bardem, uniti anche nella vita privata. Proprio la coppia è stata protagonista sulla Montee des Marches di un piccolissimo incidente. Per tutto il red carpet, bersagliati dai flash dei fotografi, non erano stati vicini ma nel gruppo del cast del film, lei vicina all'altro attore Ricardo Darin o alternativamente al regista iraniano. Insomma per le foto di copertina niente coppia glam a darsi la mano e a guardarsi negli occhi, lei stupenda in abito lungo nero con pizzo con esili bretelline che continuamente metteva a posto.

Il protocollo ha fatto un'eccezione e fatto tornare indietro i due, ad uso dei flash, proprio mentre ormai l'equipe del film si apprestava a salire i gradini e ricevere i saluti dei 'padroni di casa' Thierry Fremaux e il presidente Pierre Lescure. Inflessibili invece sul tema selfie, gli agenti del festival hanno redarguito e pare persino sequestrato telefonini sul red carpet.

"Sono profondamente onorata di questo incarico, di passare giorni a discutere con questi talenti che sono qui in giuria con me, a fare discorsi sulla creatività. Le nostre attese, le nostre preoccupazioni le lasciamo fuori dalla porta, non resta che accalorarci sui film che ci apriranno il cuore", ha detto la Blanchett omaggiata dal festival con un video di montaggio con le interpretazioni più belle di una carriera decollata giusto 20 anni fa con l'incredibile Elizabeth di Shekhar Kapur. Quello che pensava dell'aria che tira, lei stessa esposta nel movimento di gender equity, del resto, la Blanchett lo aveva detto alla conferenza stampa. In giuria sedevano vicino a lei l'"enfant prodige" Kirsten Stewart in abito nero a vocazione rock come nel suo stile e capelli raccolti in trecce, Lea Seydoux in bianco lungo trasparente, Ava Duvernay, Khadja Nin, Denis Villeneuve, Robert Guediguian, Chang Che, Andrey Zvyagintsev.

Durante la cerimonia di apertura si è avuta notizia di un ictus al regista Terry Gilliam, il cui Don Quixote (maledetto a questo punto, visto che sono anni che cerca di portarlo a termine e infine farlo uscite) dovrebbe essere film di chiusura, ma niente è stato detto durante il galà come pure nessun ricordo, come qualche italiano aveva sperato, di Ermanno Olmi che ebbe la Palma d'oro a Cannes nel '78 con L'albero degli zoccoli. In platea si riconoscevano tra i tanti Julianne Moore in rosso fuoco, Benicio Del Toro, Chiara Mastroianni, Costa Gavras, Isabelle Adjani.  

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