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People

Christine Blasey Ford, chi è la donna coraggio americana

Accusatrice di Kavanaugh è sotto scorta, donne tornano in piazza

Christine Blasey Ford durante l'audizione di Brett Kavanaugh al Senato © AP
  • Redazione ANSA
  • 05 ottobre 2018
  • 17:29

51 anni, psicologa e professoressa della Palo Alto University, costretta a trasferirsi con la famiglia e a vivere sotto scorta, Christine Blasey Ford è la donna coraggio che ha accusato Brett Kavanaugh, il giudice nominato da Donald Trump alla Corte Suprema, per aver subito ai tempi del liceo un'aggressione sessuale. Della stessa condotta sessualmente aggressiva e violenta è accusato da altre due donne (tra cui Deborah Ramirez che collaborerà con l'Fbi all'inchiesta in vista del voto al Senato per la conferma del giudice designato alla corte suprema) e altrettante anonime, ma è alla Ford che l'America sta guardando da giorni con ammirazione.

Durante la drammatica audizione alla commissione giustizia del Senato - finita con un primo si' alla nomina per 11 voti contro 10 - in una diretta media che ha tenuto incollati gli americani (e il presidente americano Donald Trump), sia in aula che fuori in migliaia le donne, attiviste del #Metoo e supporter, hanno sostenuto il coraggio eccezionale della universitaria, in marcia anche su Capitol Hill. Anche nei locali pubblici sono state organizzate visioni collettive. In aula c'era anche la fondatrice del #Metoo Tarana Burke ma oltre al sostegno del movimento, intorno a lei c'è un abbraccio simbolico delle donne americane, a segnare il nuovo sentimento rispetto alla tolleranza in tema di soprusi sessuali. Si sta muovendo una marea di indignazione e di tifo al coraggio di questa donna, la cui testimonianza ha un alto valore. Un esempio che le rincuora: se Christine Blasey Ford ha avuto il coraggio di opporsi al potere di un potente come Kavanaugh, uomo di estrema destra, con posizioni misogine e discriminatorie verso ogni minoranza, allora possiamo andare avanti. Intanto amici e colleghi della dottoressa Ford hanno lanciato una campagna di raccolta fondi su GoFundMe per solidarietà, oltre 500mila dollari in pochi giorni, per le spese che riguardano la protezione e la sicurezza della sua famiglia che, alle prese con minacce di morte, ha dovuto abbandonare la casa e le abitudini quotidiane quando è stata resa pubblica l'accusa della Ford contro il giudice Kavanaugh.

Migliaia le dimostranti in strada: la comica Amy Schumer e la super modella Emily Ratajkowski sono tra le 302 donne arrestate il 4 ottobre durante la proteste a Washington contro la nomina del candidato alla Corte Suprema Brett Kavanaugh.

L'audizione

"E' stato lui, ne sono sicura al 100%. Credevo che mi violentasse, mi tappò la bocca per impedirmi di gridare, per me era difficile respirare e pensai che Brett mi potesse uccidere per sbaglio. Lui e Mark erano ubriachi e ridevano, sembravano divertirsi". Quasi in lacrime, con la voce rotta dal dolore del ricordo, ha rievocato il momento culminante di un'aggressione sessuale che sostiene di aver subito ai tempi del liceo da parte di Brett Kavanaugh. A confermare o meno Kavanaugh sarà il Senato, ma a giudicare a questo punto sarà l'intero Paese, alla vigilia delle cruciali elezioni di Midterm, dove il voto femminile potrebbe fare la differenza. Senatori ed elettori dovranno decidere se credere alla professoressa o al giudice, che in uno storico duello a distanza ha poi negato fermamente nella stessa aula ogni addebito, tra lacrime e rabbia. "Bevevo birra, a volte troppo, ma non ho mai aggredito sessualmente né questa né altre donne. Sono innocente", ha assicurato. "Non mi faro' intimidire, potete sconfiggermi nel voto finale ma non lascero' mai", ha proseguito, denunciando che l'iter per la sua conferma "e' diventato una vergogna nazionale", "un attacco politico calcolato e coordinato", "un circo" le cui conseguenze "persisteranno fino a dopo la mia conferma". Ma e' apparso in evidente imbarazzo quando ha preferito dribblare la domanda a sorpresa del senatore democratico Dick Durbin, che gli aveva chiesto se era favorevole ad interrompere l'audizione e chiedere una indagine dell'Fbi.
La Ford, anche se emotiva, nella sua deposizione e' rimasta coerente, sia nelle motivazioni che nella sincerità con cui ha ammesso i blackout di memoria. "Sono qui oggi non perché volevo esserci. Sono terrorizzata. Sono qui perché credo sia mio dovere civico dirvi la verità", esordisce. "Sono stata accusata di agire per motivi politici di parte, ma sono una persona fortemente indipendente e non sono una pedina di nessuno", assicura, respingendo così indirettamente i sospetti di far parte di una campagna dei democratici, come denunciano Trump e molti repubblicani. "Non ho tutte le risposte. Non ricordo come vorrei. Ma i dettagli di quella notte che mi hanno portato qui oggi non li dimenticherò mai. Si sono impressi nella mia memoria e mi hanno perseguitato episodicamente quando sono diventata adulta", racconta. "Quell'aggressione ha alterato drasticamente la mia vita", prosegue, confessando di provare "attacchi di panico e ansia" quando ci ripensa. Le ultime due settimane, aggiunge, sono state "le più dure della mia vita" per aver dovuto "rivivere il mio trauma di fronte al mondo", per aver "visto la mia vita fatta a pezzi dalla gente in tv, sui media". E aver subito minacce che l'hanno costretta a trasferirsi con la sua famiglia e a vivere sotto scorta. Durante l'audizione i senatori democratici l'hanno sostenuta e ringraziata in tutti i modi, mentre i repubblicani - tutti uomini - hanno delegato l'interrogatorio a Rachel Mitchell, un procuratore donna di fede repubblicana ma con una lunga esperienza in crimini sessuali, in modo da non esporsi a critiche. Il magistrato ha provato ad incalzare senza aggressività l'accusatrice su alcuni dettagli mancanti o punti apparentemente contradditori, come la sua paura di volare, ma non è sembrato aver scalfito la sicurezza della sua ricostruzione, ne è riuscito a farla cadere in contraddizione.
Trump ha seguito la testimonianza prima a bordo dell'Air Force One e poi alla Casa Bianca, ma non ha commentato. Ieri si era detto "pronto a cambiare idea" sulla base delle deposizioni ma aveva difeso Kavanaugh, messo in dubbio le accuse e ammonito sui rischi del movimento #Metoo. Ora tuttavia, per lui e per i repubblicani, la strada si fa in salita.
Fonti della Casa Bianca citate dalla Cnn ritengono che la testimonianza dell'accusatrice sia stata 'molto credibile" e "convincente", e quindi "terribile" per Kavanaugh La stessa fonte ha precisato che Trump non ha manifestato segni esteriori di rabbia di fronte all'audizione della donna e che vuole sentire la replica di Kavanaugh prima di prendere una decisione. 

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