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People

Raoul Bova, sono diventato volontario per la Croce Rossa

In Lombardia con presidente, selfie su divano non mi basta

 © ANSA
  • di Gioia Giudici
  • MILANO
  • 08 maggio 2020
  • 17:18

A un certo punto, fare l'ambassador non gli è bastato più, ha messo la divisa ed è sceso in strada, con gli altri volontari, a portare pasti alle persone senza fissa dimora e a fare tutto ciò che serviva, facendo sentire a chi sale sulle autoambulanze "la vicinanza del mondo dello spettacolo che non si limita a farsi selfie sul divano con la maglietta della Croce Rossa". Così Raoul Bova, oggi ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, Cremona e Codogno insieme al presidente Francesco Rocca per ringraziare 'la prima linea lombarda' in occasione della giornata Mondiale della Croce Rossa, racconta il suo impegno come volontario. "Avevo iniziato a collaborare con loro dai tempi del terremoto di Amatrice per la raccolta fondi, e all'inizio di questa emergenza ho messo a disposizione - dice all'ANSA - la mia masseria in Puglia, poi ho cercato di fare qualcosa attivamente, avevo voglia di aiutare e sono stato accolto a braccia aperte, la Croce Rossa mi ha dato la possibilità di entrare in questa grande famiglia, mi ha aiutato ad aiutare. Volevo fare, ma non sapevo quale fosse la cosa migliore, magari metti la tua immagine, il tuo lavoro a servizio di qualcosa e poi non si sa come va a finire, ora non si sapeva con chiarezza quale fosse il modo migliore e io ho cercato di farlo nel modo permesso". Così l'attore si è dato da fare consegnando pasti, entrando nella cittadella della solidarietà Better Shelter, nella Casa Famiglia Refuge LGBT. "Il lavoro non è stato per forza portare da mangiare, ma più di ascolto e accoglienza, spesso mi sono accorto - nota Bova - che molti hanno soprattutto bisogno di non sentirsi soli, abbandonati". Da questa esperienza, è nato il desiderio di raccontare in una serie tv "questi eroi delle emergenze, questi volontari di tutte le età dal cuore immenso, pronti ad aiutare". "Il pensiero - aggiunge - è rendere concreto, lasciare un documento persistente nella memoria del valore umano della Croce Rossa". "L'idea di raccontare le vite dei volontari è partita da me e dal presidente Rocca, la stiamo scrivendo, per ora non c'è nulla di deciso" se non l'ingresso nella grande schiera dei volontari: "Volevo far parte della vostra famiglia. Oggi - ha detto Raoul ai colleghi della prima linea lombarda - sono qui per applaudirvi. Mi avete contagiato con l'amore".
   

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