Addio a 'Notorious RBG': Ruth Bader Ginsburg, la giudice della Corte Suprema pioniera delle lotte per i diritti delle donne e per l'aborto, e' morta a 87 anni nella sua casa di Washington dopo un decennio di battaglie contro il cancro. "Non solo ha cambiato il diritto, ha trasformato il ruolo di donne e uomini nella società", ha ricordato il New York Times questa decana della Corte e icona femminista che nella nona decade della sua lunga vita era diventata l'improbabile idolo di una generazione molto piu giovane, rimpicciolita dall'eta' e fragile per le malattie, ma in apparenza immortale, anche e soprattutto a se stessa. Ruth aveva 60 anni quando nel 1993 Bill Clinton la chiamò a far parte della Corte, la seconda donna nel ruolo di "supergiudice" dopo Sandra Day O'Connor: "Starò fino a che potrò lavorare a tutto vapore", aveva detto vent'anni dopo, respingendo, durante il secondo mandato di Barack Obama, l'ipotesi di dimettersi per lasciare al presidente democratico la chance di nominare un successore. "Ci sarà un nuovo presidente dopo questo. Spero che sarà un buon presidente", aveva auspicato sognando Hillary Clinton, ma Donald Trump cambiò le regole del gioco: "Se vince mi trasferisco in Nuova Zelanda", aveva detto alla vigilia del voto del 2016, per poi rimangiarsi la battuta in nome del presunto dovere di imparzialità dei membri della Corte. La vittoria di Trump costrinse la Ginsburg a resistere a oltranza trasformandola al tempo stesso in un fenomeno pop. Mentre la Corte virava a destra, il suo dissenso rispetto alla maggioranza le attirò l'attenzione delle giovanissime. Ad affibbiarle il soprannome di "Notorious RBG", un gioco di parole sul nome d'arte del rapper Notorious BIG che come lei era nato a Brooklyn, fu una studentessa di legge, Shana Knizhnik, mentre l'immagine della giudice con i caratteristici occhiali e il collarino di pizzo sulla toga faceva sensazione su Internet, "simbolo di speranza per un futuro di empowement", ha scritto sull'Atlantic Dahlia Lithwick. Nata nel 1933 in una famiglia di bottegai di Flatbush, Ruth Bader era stata del resto apripista fin da ragazza. Aveva studiato legge, già moglie e madre, a Harvard, una delle nove donne in una classe di 500 uomini, poi alla Columbia. Negli anni Settanta, come direttrice del Women's Rights Project della organizzazione libertaria American Civil Liberties Union, aveva dibattuto davanti alla Corte una serie di casi che avevano creato le protezioni istituzionali contro la discriminazione sessuale: una strategia legale che aveva invitato a paralleli con quelli del giudice Thurgood Marshall sul fronte delle battaglie per i diritti dei neri. Tra le sue tattiche, l'uso della parola "genere" quando altri usavano "sesso", parola che, a suo avviso, confondeva i magistrati.