"Non importa quello che pensate di sapere: è solo la punta dell'iceberg": lo dice Dylan Farrow, la figlia adottiva che afferma di essere stata molestata da Woody Allen, in un momento del trailer che anticipa la nuova serie in quattro puntate "Allen vs Farrow" in onda a partire dal 21 febbraio su Hbo Max e per ora non in Italia. Firmata dai documentaristi Kirby Dick e Amy Ziering, la miniserie contiene elementi inediti di una battaglia legale e di immagine durata decenni, che consapevolmente o no (lasciamo il dubbio) dalla parte di lei. Il sottotitolo già spiega: "A Hollywood scandal. A family tragedy".
Inizialmente i due avevano esitato: "E' un caso di cui si è parlato tanto, ma andando avanti abbiamo scoperto molto di più", ha detto Dick. "La storia completa non è mai stata raccontata".
La vicenda è nota nelle linee generali: Woody e Mia stavano insieme da 12 anni senza essersi sposati e mantenendo residenze separate su lati opposti da Central Park. Vita privata e cinema si erano intrecciati nei 13 film girati insieme. Dopo aver adottato due bambini (Dylan e Moses), avevano avuto un figlio (Satchel, che ha cambiato il nome in Ronan dopo la rottura dei genitori). Un castello di carte crollato nel 1992 quando Mia aveva scoperto foto senza veli della figlia adottiva Soon-Yi Previn a casa di Woody. Durante quell'estate Dylan, allora sette anni, aveva accusato Woody di molestie. Inchieste separate in Connecticut e a New York erano finite in un nulla di fatto.
Nel documentario si vedranno filmini girati dalla Farrow in Connecticut quando i figli erano piccoli e audio registrati segretamente delle sue conversazioni con Woody. Si vedrà anche il il video in cui Dylan racconta "a caldo" le molestie che avrebbe subito. Parlano amici di famiglia come Carly Simon, il procuratore Frank Maco, parenti, investigatori, esperti e testimoni. Né Woody né la moglie Soon-Yi hanno partecipato alla serie che esamina anche i film del regista e come le accuse abbiano portato a una riconsiderazione della sua intera opera.
La serie è l'ultimo esempio della lenta, ma inesorabile presa di distanza di Hollywood da uno dei suoi autori più illustri. Da quando nel 2017 Dylan, ormai adulta, è tornata a riproporre le accuse sulla scia del movimento #MeToo, attori di Hollywood tra cui Greta Gerwig, Colin Firth e Mira Sorvino si sono impegnati a non lavorare più con Allen, mentre nel 2019 Amazon ha rotto un accordo da 68 milioni di dollari dopo che il regista aveva insinuato che l'inchiesta contro Harvey Weinstein avesse l'aria di una "caccia alle streghe".