La sua prima esperienza dell'architettura era stato "il vuoto dell'architettura", l'effetto sconvolgente della bomba atomica su Hiroshima. "E' stato allora che cominciai a pensare come ricostruire case e città", aveva raccontato Arata Isozaki, l'archistar giapponese, nato a Oita, sull'isola di Kyushu, nel 1931, appena quattordicenne quando la sua terra fu devastata dalla seconda guerra mondiale. Premio Pritzker nel 2019, Leone d'oro alla Mostra internazionale di architettura di Venezia nel 1996, Isozaki è morto a Tokyo, all'età di 91 anni. Lo ha confermato all'agenzia spagnola Efe un portavoce del suo studio di Barcellona.
Oltre cento le sue opere diffuse in tutto il mondo, anche se in Italia il suo nome è legato soprattutto al progetto della Loggia degli Uffizi, la nuova uscita monumentale del museo fiorentino, mai realizzata. Progettista, urbanista e teorico, capace di fondere estetiche orientali e occidentali, modernismo e postmodernismo, globale e locale, nella sua prolifica carriera Isozaki ha applicato tecniche di costruzione di volta in volta differenti, in grado di interpretare il territorio e il contesto nel quale venivano progettati e costruiti i suoi edifici. Tra le sue opere più celebri - che spaziano da Tokyo a Milano, da Doha a Shanghai - il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992, il Museo Nazionale della Civiltà Egizia al Cairo, il National Convention Center del Qatar. In Italia, la Torre Allianz (il "Dritto") di Milano con l'italiano Andrea Maffei e il Palasport Olimpico di Torino. Con Maffei nel 1999 ha vinto la gara internazionale per la nuova uscita monumentale degli Uffizi, al centro di una disputa decennale, in particolare con Vittorio Sgarbi, appena tornato nel ruolo di sottosegretario alla Cultura. "Firenze, patria dei più grandi architetti della storia dell'umanità, non può non piangere questa grande personalità che ha disseminato il Giappone e il mondo intero di opere straordinarie", gli rende omaggio il sindaco Dario Nardella. E il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, sottolinea che "il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell'architettura rinascimentale italiana". Il 5 marzo 2019 Isozaki è stato insignito del Premio Pritzker, considerato il Nobel per l'Architettura, come "una delle figure più influenti per l'architettura contemporanea, in costante ricerca, senza mai la paura di provare nuove idee. La sua opera - aveva sottolineato la giuria - si basa su una profonda comprensione non solo dell'architettura, ma anche della filosofia, storia, teoria, cultura. Ha portato assieme Est e Ovest, non come imitazione o collage, ma attraverso sentieri nuovi". Una scelta legata anche alla sua generosità, per "l'appoggio dato ad altri architetti incoraggiandoli nei concorsi e in altre forme di collaborazione". Nato il 23 luglio 1931 a Oita, Kyushu (Giappone), Isozaki si è laureato in Architettura all'Università di Tokyo nel 1954. È stato allievo di Kenzo Tange e ha collaborato con il suo team fino al 1964, anno in cui ha aperto il suo studio nella capitale giapponese. Nei dieci anni di collaborazione con Tange ha partecipato alla progettazione di edifici come la Prefettura di Kaguna a Takamatsu (1955-58); il municipio di Imabani (1957-58) e il Tokyo City Plan (1959-1960). Tra i suoi primi lavori in Giappone, il Medical College Building (1959, a Oita) e la Biblioteca municipale (1962, a Kitakyushu). Negli anni Ottanta, tra il 1981 e il 1986, ha realizzato il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, in California. Nel 1983 ha vinto il concorso internazionale per la costruzione del Palau de Sant Jordi a Barcellona e nel 1985 ha iniziato la costruzione del padiglione olimpico, inaugurato nel settembre 1990. Nel giugno 1991 è stato insignito del Gran Premio FAD 1990 per l'Architettura per questo lavoro. Gran Croce al Merito Civile in Spagna, ha ricevuto anche la medaglia d'oro del RIBA (il Royal Institute of British Architects) nel 1985. Negli anni '90 ha sviluppato numerosi progetti in Cina (Shenzhen Cultural Center,1998; Zendai Himalayas Center, Shanghai, 2003) e in Europa, come il Manggha Center of Japanese Art and Technology di Cracovia (1990-94). Isozaki ha sposato la scultrice Aiko Miyawaki, autrice delle sculture situate all'ingresso del Palau Sant Jordi di Barcellona, che simboleggiano un giardino alberato.
E' morto l'archistar Arata Isozaki, l'imperatore dell'architettura giapponese
Premio Pritzker nel 2019, aveva 91 anni. in Italia il suo nome è legato soprattutto al progetto della Loggia degli Uffizi
- Redazione ANSA
- ROMA
- 29 dicembre 2022
- 22:25