Il documentario AS I WANT, scritto e diretto da Samaher Alqadi nella sezione Incontri della Berlinale, vede la regista palestinese, alla sua opera prima, dire con forza la sua sulla battaglia delle donne egiziane, e non solo, per i loro diritti.
L'inizio del suo processo di coscienza coincide con la sua gravidanza, evento che necessariamente la invita a riconsiderare il suo ruolo di donna, madre e figlia all'interno della società musulmana.
Il film così non a caso è intervallato anche dalle conversazioni immaginarie della regista con la madre, che le permettono di risalire al suo doloroso passato di donna a Ramallah.
Nel docu, da una parte la rivolta delle donne nei giorni prima della caduta di Morsi e dall'altra gli effetti che il violento clima socio-politico e l'oppressione delle donne hanno avuto su di lei, sui suoi cari e sulla comunità.
Tra le scene cult del film, quella in cui la regista che si ritrova a parlare con un gruppo di ragazze che indossano l'hijab, che le fanno notare come il suo modo di vestire occidentale sia inadeguato, qualcosa di cui vergognarsi. E, sempre nella stessa scena, dei ragazzi molto giovani non si fanno alcuno scrupolo nel dire col sorriso sulle labbra che avrebbero sicuramente divorziato da una donna come lei che mostra così tanto le gambe.
Tutto parte dal Cairo il 25 gennaio 2013 quando numerose aggressioni sessuali si consumano in piazza Tahrir nel secondo anniversario della rivoluzione. In risposta, una massiccia e immediata ondata di donne inferocite riempie le strade. È allora che la Alqadi prende la sua macchina fotografica e inizia a documentare la crescente ribellione delle donne. (ANSA).
As I Want ecco la rivolta delle donne d'Egitto
Al festival di Berlino l'esordio della palestinese Samaher Alqadi
- di Francesco Gallo
- ROMA
- 04 marzo 2021
- 19:55