In Commissione giustizia del Senato al via il 15 febbraio la discussione sull'attribuzione diretta ai figli del cognome della madre. Ad esprimere soddisfazione è l'Udi, Unione Donne in Italia, sottolineando che ''sono 40 anni che le donne chiedono inascoltate che il proprio cognome non venga cancellato. Nel tempo in cui la dignità si fa tema politico, il cognome della madre taciuto, prima di essere un'ingiustizia, appare per quello che è: uno scandalo''. Per l'Udi, ''è tempo di verità, che i figli portino i segni di coloro che li hanno generati e che il loro nome sia una storia e non un attestato di proprietà.
Vogliamo che questo sia alla nascita senza necessità di accordi e concessioni tra coniugi. Ci auguriamo che questa discussione non si impantani in sterili conflitti, in contrapposizioni strumentali, in furbe lungaggini. Le donne, oggi più che mai, hanno un enorme credito da riscuotere''.
La discussione parte quindi domani alle 14,30 in 2a Commissione (Giustizia) del Senato, con l'esame delle proposte di legge sull'attribuzione diretta ai figli del cognome della madre.
Su questo tema l'Italia, almeno tra i grandi Paesi, è il fanalino di coda dell'Europa e nessuna iniziativa legislativa sul cognome dei figli, per dare effettiva dignità alle donne nel rapporto coniugale e familiare e per riconoscere l'unicità della filiazione fuori e dentro il matrimonio, ha finora tagliato il traguardo.
La prima proposta veniva presentata già nel 1979 dall'on.
Magnani Noya del PSI, e da allora ''le donne chiedono inascoltate che il proprio cognome non venga cancellato''.
Iole Natoli, giornalista e blogger, che ha fatto del cognome materno ragione di vita e di impegno è fermamente convinta che, ovunque sia in vigore, "il cognome patrilineare è il burqa culturale delle donne".
Al via il 15 febbraio la discussione sull'attribuzione diretta ai figli del cognome della madre
Udi, 'da 40 anni le donne chiedono che non venga cancellato'
- Redazione ANSA
- ROMA
- 15 febbraio 2022
- 12:27