Le parole sono importanti, anzi fondamentali se sono riferite alla persona, la definiscono in un certo modo. E proprio per questo è importante conoscerne bene il significato, saperle usare con cura così da riconoscere identità, includere e creare ponti. Elaborare un vocabolario di parole che comprenda tutte le sfumature di un unico genere: quello umano. Ecco un breve vocabolario delle parole della comunità LGBTQIA+ realizzato da Cathy La Torre, avvocata e attivista per la partecipazione al Festival della comunicazione non ostile.
Ally | Alleati della causa LGBTQIA+, che si battono per creare un ambiente adeguato e più inclusivo, usando anche le parole giuste.
LGBTQIA+ | L'acronimo di origine anglosassone indica le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer (termine ombrello per indicare le minoranze sessuali e di genere) e intersessuali (persone biologicamente nate con entrambi gli organi sessuali o con caratteristiche fisiche di entrambi i sessi biologici). Il più sta a indicare tutte le altre identità che esistono ma che non sono inserite nell’acronimo.
Il modo perfetto per riferirsi alla comunità è quindi usare l'acronimo LGBTQIA+, senza mai dimenticare il più, che serve a ricordarci di tutte le altre identità esistenti.
Ora che sappiamo cosa vuol dire LGBTQIA+, dobbiamo fare chiarezza su tre termini: genere, sesso e orientamento sessuale. Qual è la differenza?
Sesso | È il sesso biologico assegnato alla nascita in base agli organi genitali.
Genere | Non si collega al sesso biologico, ma è una sfera intima che ha a che fare sul come ci sentiamo noi rispetto al sesso. Ci sono persone che si sentono appartenere al proprio sesso biologico (persone cisgender) e ci sono persone che hanno una percezione di sé diversa da quella del genere assegnato alla nascita, in base al sesso biologico.
Transgender | Indicare tutte le persone la cui identità non combacia con il sesso assegnato alla nascita Alcune di queste persone scelgono di affrontare un percorso di transizione. Il termine corretto per chi affronta una transizione di genere è "persona transessuale" o "persona trans". Tutti i termini con solo l’articolo femminile o maschile (es. il trans, la trans...) non vanno utilizzati perché sono offensivi. In alternativa, posso sempre usare "donna trans" per chi compie la transizione da uomo a donna e "uomo trans" per quella da donna a uomo.
Non binary | Persone che non si identificano nei due generi maschile o femminile. La figlia di Jennifer Lopez, avuta dal matrimonio con Marc Anthony, Emme ad esempio si identifica come persona non binaria e la madre sul palco l'ha appellata con il pronome neutro They/Them al concerto. L'uso dei pronomi - e di pronomi inclusivi di genere - non e' cosa da poco se il rispetto e le pari opportunità passano per il linguaggio: "they/them" in inglese e' il piu' comune per indicare una persona dall'identita' non binaria, ma altre varianti come "xe/xem" o "ze/zim" o "sie/hir" stanno diventando popolari. Ed e' anche comune rifiutare il pronome e usare invece il proprio nome in tutte le circostanze
Orientamento sessuale | Indica da chi siamo attratti. Possiamo essere attratti da persone del sesso opposto (eterosessuali), da persone del nostro stesso sesso (omosessuali), da entrambi (bisessuali) o da nessuno (asessuali).
Coming out | Atto in cui pubblicamente raccontiamo il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere. Si rifà al termine inglese “uscire dall’armadio” ed è una metafora per indicare che sto dicendo al mondo esterno chi sono.
Outing | Avviene quando qualcuno rivela l’orientamento sessuale o l’identità di un’altra persona senza il suo consenso. Questa pratica oltre che scorretta, viola numerose leggi come il GDPR e comporta delle sanzioni.