Ingombrante, pesante, poteva giocare solo un titolo: era la console Atari che debuttava il 3 agosto del 1975, insieme a Pong, il padre di tutti i videogame. Immaginare oggi quella grande scatola nera quando 45 anni dopo i videogame sembrano plance spaziali e i videogiochi sono arrivati ad una perfezione, ad una dimensione di intrattenimento che ha molto a che fare con l'arte e il cinema oltre che con la tecnologia fa sorridere. Sarebbe carino catapultare i ragazzi di oggi che giocano in chat in una rete mondiale, cuffietta in testa e spolliciate sui controller dual sense, interattività, potenza grafica e diavolerie varie. Si divertirebbero ancora con quello che oggi tecnicamente sarebbe un 'retrogames'? I ragazzi di metà anni '70 ne furono entusiasti e pazienza se con quelle due manopole per joystick giocavi solo a tennis tavolo controllando una racchetta sotto la forma di una barra bianca muovendo verticalmente lungo un lato dello schermo e tentando di dare un effetto alla palla. Il successo della console Atari e di quel primo Pong fu incredibile. Solo nel dicembre del ’75 la Pong di Atari riuscì a vendere 150mila unità.
Così si può dire sia cominciata la rivoluzione domestica dei giochi elettronici.
Fondata da Nolan Bushnell e Ted Dabney nel 1972, Atari (dove si sono formati anche i fondatori di Apple) realizza un simulatore di tennis tavolo in bianco e nero veramente basico ma all'epoca davvero una novità, tanto è che l’ingegnere Harold Lee ne propone una versione domestica da collegare al televisore: la Home Pong. Il dispositivo fu lanciato il 3 agosto ’75 e si vedeva nei grandi magazzini Sears. Arrivò anche in Italia con enorme successo. Seguirono Pac Man, Space Invaders e altri titoli.
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