Barba bianca e look coloratissimo, risponde senza esitazione Henk Rogers, il co-fondatore della Tetris Company, ovvero l'uomo che ha fatto conoscere a tutto il mondo il Tetris, tra i titoli più longevi della storia dei videogiochi, che a suon di pentamini colorati da incastrare oggi compie 40 anni.
In occasione del compleanno, Rogers è ospite della quinta edizione del Matera Film Festival (3-10 novembre), protagonista in collaborazione con Lucca Comics & Games di una masterclass e festeggiato con la proiezione del film biopic Tetris di Jon S.
Baird (2023): una spy story che ricostruisce la sua vicenda personale e professionale, quando nel 1988 a Las Vegas "scoprì" il Tetris, creato nel 1984 dal programmatore russo Aleksej Pažitnov. Ne seguì una corsa da un capo all'altro del mondo, sullo sfondo dell'Unione sovietica e della Guerra Fredda, per ottenerne i diritti, quando ancora la parola aveva contorni sfumati. Il suo colpo di genio, convincere l'allora presidente della Nintendo, Minoru Arakawa, a inserirlo nel nuovissimo Game Boy.
"La mia carriera nei videogiochi è stata una vera avventura - ricorda oggi Rogers, che ha partecipato anche alla stesura del film - Ad Arakawa dissi: se vuoi che i bambini giochino con il Game Boy inserisci pure Super Mario Land, ma se vuoi che lo comprino tutti devi includere anche Tetris". Quarant'anni dopo, il mondo è cambiato, l'Urss non esiste più e internet ha stravolto le nostre vite, ma tutti continuano a giocare a Tetris. "Il segreto? È un po' come Go, un gioco da tavolo in bianco e nero, che esiste da secoli - risponde Rogers - Il gioco deve essere semplice, non deve avere una cultura specifica.
Tetris non ha un personaggio, che potrebbe diventare meno popolare nel tempo. L'importante è avere una geometria chiara, che avrà lo stesso fascino attraverso le generazioni. Quando qualcuno è interessato a pubblicare una nuova versione, poi, cerchiamo sempre di alzare l'asticella, perché non diventi mai obsoleto. Ad esempio inserendo tutte le nuove funzioni tecnologiche, come il 3D".
Dalla Guerra fredda si passa alle elezioni americane. "Kamala Harris, spero vinca lei. Ma quasi tutti potrebbero essere migliori di Trump", dice Rogers, che da anni non si dedica più al gaming, ma all'ambiente, vive tra le Hawaii e gli Stati Uniti e nel 2007 ha fondato la Blue Planet Foundation, organizzazione di beneficenza per l'uso di energie alternative. E, annuncia, sta scrivendo un libro sulla sua carriera "intitolato The perfect game".
"Chi deve fare qualcosa per l'ambiente? 'Noi' dovremmo fare qualcosa - prosegue all'indomani della drammatica alluvione di Valencia - Noi siamo la ragione per cui il cambiamento climatico sta avvenendo. Noi usiamo i carbon fossili, il petrolio, il gas, il carbone. E fino a quando proseguiremo, il cambiamento climatico peggiorerà. Dobbiamo utilizzare fonti energetiche rinnovabili, le geotermiche, il sole, il vento. C'è tutto quello di cui abbiamo bisogno per cambiare la tendenza. E quando dico 'noi' intendo davvero tutti noi. Quando sono alle Hawaii, ad esempio, ho una macchina elettrica. A casa uso l'energia solare.
A New York invece vado in bicicletta o a piedi. La mia unica pecca, devo utilizzare necessariamente gli aeroplani per viaggiare, altrimenti non potrei neanche essere qui. Dovremmo però cercare di utilizzare il trasporto aereo in modo diverso, senza gas o cherosene. Quello che possiamo fare facilmente tutti - conclude - è non mangiare manzo, perché crea metano e deforestazione. Guardate in Brasile, la situazione è orribile"
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